Al nome di Dio. A dì 24 di novenbre 1398. Questa sera abiamo ricevuto vostra lettera per Nanni: apreso fare' risposta. Io mi maraviglio forte che tu ti maravigli forte che Nanni è venuto ogi chostà: pare che tu non ti richordi di quello ci scrivesti, e ch'egl'abia perduto ogi una chosì buona giornata. Io non so se a Firenze s'è ogi domenicha: qui è ogi domenicha e il frate nostro predichò, ogi fa otto dì, che Santa Chaterina non si ghuardava e ogi à rafermato ch'ella non si ghuarda. La lettera tua dice che, all'auta di questa, noi avisiamo Nicholò di Piero che: "Io voglio, se puote, si vengha a stare mecho questi due dì e pertanto se può, vengha domatina e meni la chavalla biancha", e dice: "E io la rimanderò chostì domane da sera, a cciò che Nanni qua chome dicho e in chasa Mateo non posa venire: avisamene domane per II o per III lettere, e venghaci Nanni cho' Nicholò cho' l'atra chavalla, e in chasa che Nicholò né Mateo ci possa venire, manda Nanni domane in su n'una chavalla cholla sella, qualunque e' vuole, e rispondimi a tutto"; di che io mi diliberai, vegendo che tu volevi sapere se Nicholò e Mateo non vi potevano venire e che tu dicevi che Nanni vi venisi chostà e che per lui t'avisasomo di tutto e che venisi cholla sella chavalchereccia; andoromi due pensieri per l'animo: l'uno che tu te ne volesi venire qui, o l'atra che tu volevi piglare partito di qualche altro maestro e non te l'arei mai mandato, se no' che tu per la lettera tua di' che noi ti mandiamo Nanni, se Nicholò né Fattalbuio non vi può venire, e che noi t'avisiamo di tutto; e se tu voi dire il chontradio, la lettera ène in piede ed io la serberone, ed è di tua mano. Il serrame dal Palcho s'è ogi posto, e no' domenicha, per chontentarti. E le botte si sono istasera forate e sonsi turate e ripiene cho' zafetti per modo sta bene. Il grano non s' è sachato ed è istato ... a cholpa, perché il mugnaio non ci è anchora arechato quello e' gl'à a mulino, ed òllo fatto solecitare, non ce l'à anchora arechato; avevane fatto insachare sei istaia, sì che, quando c'arechasi quello, dagli l'atro; a mio parere egli istà me' nella bungniola che per le saccha che se rodano i topi; ma lunedì sera sarà tutto quanto insachato e saràgli mandato a dire che d'e' vengha pe' Rosso. Per Dino del Bodda avemo ogi una vostra lettera: rispondo apresso. A messer Piero è stato detto quanto ci scrivesti. Del sacho del lana fosti avisato. La misura de' letto di chucina terena è questa: lungho braccia 5 1/4 ed è largho braccia 7 3/8; il chapezale magiore è alto braccia 2 3/4 e l'atro braccia 2 ½ meno una oncia. A monna Bice di' che lle peze ch'ella gli mandò sono molte buone e che no' gli mancha se non qualche fascia che sia buona e il fancullo è stato ogi qui e sta tanto bene èd è tanto buono fancullo, che non potrebe esere miglore. La bragia troveremo modo che tu l'arai, e a Nicholaio di Tavola se gl'è detto ogi quanto voi dite. Il vaglio di Michele del Chanpana è qui, e dice Nanni che bisongnia qui: perché tu non te ne chonperi uno chostà; non di me' te lo manderemo, se llo vorai. Le melarance non n'abiamo cholte, perché qui non n'è istato anchora uno gran sido, non di meno ne dimandere' chonsiglio e, se cci sarè chonsiglato, le chogleremo. E' gl'è vero alla Domenicha fu fatto alchuna novità; non so per che debito il Sacente avea fatto e io mandai per Nicholò, e Nicholò dise che in efetto chovenia che paghasi: non n'era chosa s' apartenesi a te. La Domenicha ci stette uno (dì) e poi se n'andò a chasa sua: ed è per sua chatività, chome tu ti sai, che gl'è uso di fare. A monna Giovanna ò detto quanto tu di'; monna Giovanna dice che, di chosa che voi l'abiate promesso, ch'ela non dubita che voi no' lle facciate più che voi no' lle avete promesso, ma ela dice che l'à altre malichonia che voi sapete bene. Nanni è tornato qui istasera e dice che d'e' non sarà niuno vel faccia venire se tu no' gli iscrivi una lettera di tua mano a lui propio, ché, altrimenti, e' non vi verà, be' che d'e' ne dà uno pocho cholpa a Nicholò di Giovanni di ser Dato della chanatuza ebe che s'è uso d'avere perché e' gl'è. La choltrice, ch'è chostà, fu di monna Dianora; del mandare io chostà choltrice no' mi dilibero insino tanto pigli partito de' letto da stare, poscia piglerò partito di quello e de l'atre chose vedrò a fare. Perché gl'è tardi, non diciamo più. Idio vi ghuardi senpre. per la tua Margherita, in Prato. Francescho di Marcho da Prato, alla piaza Tornaquinci, in Firenze. 1398 Da Prato, a dì 27 di novenbre. Risposto.