Al nome di Dio. A dì XVII di febraio 1398. In quest'ora n'ebbi una tua e, quanto di' ò inteso; appresso rispondo a' bisongni e brieve, perché non c'è tenpo, perché Nanni si vuole partire. Del fatto dello schusarmi alla donna del podestà e all'altre donne, io non volglio fare schusa per lettera: rimetterò in te, e della donna del podestà e dell'altre fa' chome ti pare. I' ò detto a Stoldo che dicha a ser Lapo chom'io sono venuta e che ongni volta che vuole mandare il fanciullo, ch'elgli lo mandi, e per anchora non n'ò auto risposta da Stoldo. All'auta di questa, fate di mandare il mazocchio che ssi tiene sotto i chapelgli, ch'è della Chaterina, che è nel chassone delle lenzuola. Abi chura della chiave della chamera, in però io vi lasciai ongni chosa a Prato; ghuarda che ttu non dia la chiave a persona che prima sia iscritto ogni chosa. Fa' di mandarmi quello finocchio forte, ed io ti manderò del dolce. Per fretta non vi posso dire altro. Cristo vi guardi. per monna Margherita, in Firenze. Francescho di Marcho, in Prato, propio. 1398 Da Firenze, a dì 17 di febraio 1398.