Al nome di Dio, amen. A dì 24 d'aprile 1402. Ricevetti vostra lettera per Arghomento, e per lui ebbi e' prungniogni cho' lla tovagna chapitata. Chome mi dice iStoldo, andò istamane in villa e dice che tornerà istasera. Domenicha ci venne lettere da Pixa e dicevano "Francescho di Marcho e Stoldo di Lorenzo": ebele iStoldo e disse, cholui che cce le arechò, che erano di gran bixongnio; ricevute, pensiamo che abi risposto e fatto ciò cch'è di bixongnio e questa fu lla chagone perché noi non te le mandavo, perché non si perdessono tenpo. El chonto di Lapo di Turingo abiano trovato e mandovelo per Arghomento, e mandovelo chome istava in sul chassone. Mandovi la ghatta per Arghomento, perché ène sì arrabiata che non si puote tenere né lleghata né in veruno modo e, s'ella si perdesse, direstici che avessimo senpre tenuto l'uscco aperto, sì che, percò, ve la mandiamo e noi n'aremo maninchonia: prochaccatele uno marito chostà, ché no' ne trovamo niuno qua e proccate uno; quando l'arete maritata, la poterete menare qua. Le llettere ci verranno di niuno luogho manderenvele chostà, e altro non dicho se none mantenetevi bene. Cristo vi ghuardi. per la vostra mona Margherita, donna di Francescho di Marcho, salute, di Firenze. Francescho di Marcho da Prato, in Prato, propio. 1401 Da Firenze, a dì 24 d'aprile. Risposto.