Al nome di Dio, a dì 4 di dicenbre 1398 [] n'ò ricevuto una tua: rispondo apreso e àci molte chose a le quale achade risposta. Rispondiamo a quelle mi pare che sia di bisongnio. [] Bernabò ài fatto bene pasartene chortesemente. A Nicholaio .........a se ci verà a Prato, gli dirò quanto tu di'. Della choltrice di monna Margherita de la Maglia per ora nonn'è di bisongnio qui, in perciò che ci rimane è letto mio grande e que di monna Giovanna e que della Lucia e le due letta della chamera terena e quelle della chasa da lato che sono due; e anche ne rimane una choltrice grande in su letto di monna Giovanna più che nonn'è di bisongnio. La federa io ci ò cercho e veramente io non ce la poso trovare, ma non di meno anchora cercherò meglio. Sapi da Domenicho se questa choltrice venne una volta chostà: se l'è venuta chostà e non s'è piena, ella sì nonn'è tornata poi qua. A mio parere egl'è più di due anni che questa choltrice venne chostà, insino inanzi che noi tornasimo in chotesta chasa, l'anno che noi s'avamo cho tanta gente al Palcho. I panni sucidi e il ghallo tu di' che ce gli mandi, ma 'visomi che tu ti pensasti che Nanni venise istamane chostà. A ser Chonte andò Ghuido e dice gle darà domane e poscia gli darà a lo Schiovo. Del sacho del machone ti manderemo ongni volta sarai diliberato volerlo. A Ghuido ò detto provegha il grano chome dì': e' dice non vi piove. La lettera di Barzalona nonn'è istata nelle nostre, se none una andava a Nicholò di Piero. Del non esere venuto Nanni chostà, à' ragione di maraviglartene perché erò Ghuido a non ti dire la chagione, il perché e' ònegli dito mio parere. Iersera Nanni gunse qui alle tre ore e molle e ghovernato chome tu ......si che fossi; non di meno ci diliberamo che dovesi venire chostà ......si buon tenpo e insachamo dodici istaia di farina aburatata e dise [] s'ed e' non piove io v'andrò. E tutta la notte mai no ristette qui aqua per insino a meza terza e io mi levai e trovai che Ghuido era ito a portare le lettere e non si richordò di metervi entro che Nanni non venìa chostà, nè la chagione perché; e io n'ò auto ogi gran malichonia che d'io mi pensai bene che tu ti pensasi quello ti pensasti e poscia che fu terza ed io vidi uno pocho solevato il tenpo fu per fè ch'io no lo vi mandai, ma chonsiderando che se venisi ogi chostà e' perdeva la giornata de l'atro dì, perché era sì tardi che non sarebe potuto tornare adrieto ed egli arebe perduto la giornata de l'atro dì a tornare in qua. Egl'à ogi isteso uno sacho di lana a la tinta dove Nicholò gl'à detto e poscia andò a chasa i zio suo e menò il zio suo e il nipote cho' buoi e ànno tirato que gran lengno ch'era a San Salvadore ed ànolo tirato qui ed à meso in su il muriciuolo sotto il tetto del gardino dirinpetto [] chasa ed àno arechato quegl'atri lengni ch'erano da pore b...... ed ànogli mesi sotto il porticho de l'orticino. Ed io feci int...... queste due bungniole del grano e istasera a veghia la ......ischoso Nanni; e più à portato que' vinaciuoli e quelle vecie [] quella bungniola al Palcho e io òne rifederata ogi quella coltrice ch'era sopra la stalla che nonne avea federe e ò inpiuto uno sachonciello che sai, v'aveva uno letto non avea sachone, quelo ch'era in sala e nonne stano bè le letta che nonn abi pagla e ò tolto uno di quelle letta, i migliore v'è stato, e òlo arechato in su palcho della chucina, che sarà buono quando veremo chostà che Nanni dorma qui in chasa; e nonne stava bene que letto entro la sala, bè che vi si fece per bisongnio; e tu sai che gl'era in chapo di schala e chi vi dormìa non vi si poteva rischaldare. Istasera fu qui a me Nicholò e àmi detto ch'Angniolo viene a Firenze per alchuna chagione: io ne sò ben lieta che vi viene e òtti creduto parechi volte iscrivere perché tu non mandi per lui, ma io ò solamente righuardato che Nicholò è tanto solo che gl'era a lui di gran bisongnio e ora di nuovo è stato ...to degl'Otto ed e' vi perdé molto tenpo e nonn'à persona in botegha, perciò non te n'ò ardito a scrivere nulla, ma bè mi parebe fosi istato meglio averlo techo che sendo istato chosì solo chome se' stato. Io t'ò fatto due chapucci e no gli ò adopiati: dimi se vuoi gli foderi del panno medesimo. Parebemi il meglio a me serbare que panno per fare uno chapuccio per la state; non di meno se vuogli, ne gli fodero e tu mi manda i tua chapucci vechi de la state e se ve n'arà niuna mi paia da disfarlo, ne gli fodero e disfarolo. Io ti manderò uno paio di lenzuola grande s'elle ti bisongniasino per letto ch'io t'ò mandato. E più ti mando parechi ceci, perché credo che non ve n'abia perché ne mandai l'atr'ieri uno mezo quarto e uno quarto di fave a la Francescha quando era i chotesta chasa perciò mi penso se ne l'arà portate. Prieghoti s'ela non se ne l'à portate, gle mandi quelle e parechi fave in f......gni pocha chosa basta. Mandoti quatro pani che monna Chaterina di Nicholozo mi rimandò [] asai bello; e più ti mando tredici huova fresche per l'amore de la vilia di San Nicholaio che non magerete charne. Dì a la madre di Manno che lle peze ch'ela mandò sono state buone e belle, ma ch'egl'à bisongnio di fascie. Penso chi v'è ito a dire l'abasciata no gle l'à saputo dire e pertanto fale legere questo chapitolo e che le mandi giuste. I Io farò che Ghuido, quando non sarà di bisongnio qui, aiuterà a Nicholò.
Postilla di Francesco di MarcoIn questa lettera à uno chonto di danari che io debo avere dal fondacho, di vettura e ghabella di pue roba riceuta per loro in Prato da Bologna e da Pietrasanta e da Pisa Francescho di Marcho da Prato, in Firenze Francescho di Marcho da Prato, in Firenze. 1398 da Prato, a dì 5 di dicenbre, per Nanni.