Al nome di Dio, a dì xxiij d'aprile 1403 A dì 5, per via di Napoli, vi scrivemo l'ultima; e a dì 18, per via di Firenze: la magiore parte copia l'una dell'altra; poi abiamo una vostra de dì 21 di febraio: in questa vi faremo risposta. Dicemovi insino a dì 2 di questo, facessi costì debitori a uno mese, vista, i nostri di Roma, e creditori i vostri di Maiolicha, di lb. 198 di barzalonesi, per on. 40, qui, a loro conto e di nostri di Roma, a ragione di s. 16 d. 6, per tt. 5: se fatto no llo avessi, lo fate. Rispondete. E sì vi dicemo che facessi debitore costì, per ditto tenpo, i ditti nostri, e creditori i vostri di Maiolicha, di lb. 123 s. 15 di barzalonesi, per on. 25, qui, a lloro conto e de' nostri di Roma, a ragione di s. 16 d. 6, per tt. 5: se fatto no llo avessi, lo fate. Rispondete. E sì vi dicemo facessi debitori costì i nostri di Roma, di lb. 247 1/1 di barzalonesi, per on. 50, qui, a lloro e a vostro conto a ragione di s. 16 d. 6, per tt. 5 e queste sono per danari ci troviamo della ragione delle x balle di panni ci mandasti per la nave in Terrata. Dipoi abiamo auto lettera da' vostri di Firenze ci dichono di ditte balle x di pani de ritratto o danari o panni o debitori; di cò ci restano, tutto asengnamo ad Antonio di Iacopo e Doffo Spini, qui, sanza mescholare co nessuna altra ragione. E così abiamo loro promesso, e così faremo e lloro e voi aviseremo. E perché siate avisati, come per altra v'abiamo dito, ditti panni abiamo tutti finiti, cioè furono 7 di Pirpingnano: 4 azurri, 2 paonazi e uno nero, a tenpo di mesi 6, a Cieccho di Sighieri, a on. 2 tt. 10 panno e pani 2 di Pirpingnano, a Cieccho Molle, mercatante di Tiano: uno rosso, uno verde, per on. 2 tt. 25 peza, a tenpo 4 mesi e a Parillo dello Piscopo di Tiano: uno scarlattino, a dito tenpo, a on. 2 tt. 24 e 2 scarlattini, qui, di Pirpingnano, per on. 4 tt. 16, amendue a Nallo Caloia e Civili Castangna, e x pani di Girone, che danari non se ne trovava, contamo a' nostri di Roma, a tt. 55 peza, a 6 mesi tenpo. E se no fosse contento l'amicho v'abiamo ditto e dicamo, da ora ci dicha se vuole che per lui si vendano a Roma dove mandati li abiamo, e darelli i ritratto abattutone le spese quando finiti saranno. De' fatti di Meolo Pappalardo, ch'ebbe le chuoia e pani di vostri di Maiolicha, n'abiamo avisato a pieno sopraccò i vostri di Firenze e perché sono pressi, cho lloro c'intenderemo e quanto seguirà saprete e ora nonn abiamo tenpo: scriverevi sopraccò. Àvi tratto Doffo, chome per più deto v'abiamo, la valuta d'on. 100 e' quali arete paghati chome si contiene per quella del canbio, a conto di nostri di Roma posti e quello per loro vi traesse, traete da Firenze da' nostri o da Gienova da li Alderotti e sarano ben paghati. Rimanete avisati di dare conpimento di quanto vi comette il nostro di Palermo, e così fate e delle lb. 387 1/1 vi trasse il ditto per nostri di Roma, ci piace abiate promessi; e dipoi li arete paghati come si contiene per quella del canbio e a conto di nostri di Roma posti e ritratto per loro quello vi sarà manchato da Gienova o da Firenze da chi di sopra vi dicamo. De le lb. 328 1/3 vi trasse Attaviano da Napoli in Bartolomeo Vivosso e di lb. 122 s. * vi trasse il ditto in Berlinghieri Servente, abian visto. Per nonn avere aviso da nnoi nè da' nostri, no lli promettesti e loro di così protestorono, che assai di cò ci grava e di cò avete in parte ragione nonn essere avisati. Dipoi per una poliza messa nella lettera, dite averli promesi, che cci piace e così arete poi al tenpo paghati e a conto di nostri di Roma posti, e' nostri e lloro avesati; e quello vi sarà manchato, per loro tratto a' nostri di Firenze o a Gienova, a li Alderotti. Dipoi abiamo da Napoli, l'amicho che cci diè i danari a canbio, à ricevuto il protesto e à presentato il nostro e domanda lo 'nteresso, che n'abiamo maravigla; ma insino nonn abiamo la nostra lettera nulla li daremo. Da' vostri atendiamo se paghati li arete o ch'è seguito. Rispondete. Per lo nostro di Napoli ancho date conpimento a quello vi ci mette insino altro vi si dice: così fate. Rispondete. Cioè per Doffo di ser Iacopo nostro. Volgi. Dicemovi e dicamo che 4 in 3 balle di Pirpingnano, a pezotte, cioè 1/1 peze, si spaccerebono bene e presti e voriano essere al piegho franceschi e qua si possono dare per duc. 19 in 20 peza. I colori voriano essere questi per balla: 4 azurri, 2 bianchi, 2 paonazi schuri, 2 rose secche, 2 sambucati, 2 cilestrini. Se vi pare da mandarne, fate di mandare questi colori e presti che subito si spacceranno e ancho, sopra tutto, mandate buona roba che ancho si vantagiano di pregio e finiscosi presti. Rispondete. Pani di Valenza, tt. 47 in 48 e vorriano essere questi colori per balla: 4 rossi, 4 azurri, uno verde sambucato, uno rosa seccha e sopra tutto venendo a mandare, sia perfetta roba che, come vi diciamo, si spaccano presti e meglo. Rispondete. Ciera e chuoia nonn è per qua: sorci in gra viltà. E altro per questa non vi abiamo a dire. Siamo a' vostri piaceri. Canbi: per Gienova, lb. 8 s. 4 in 4 1/1, per altri parte non si canbia; ducati viniziani, tt. 5 gr. 2 1/1; romani, tt. 5 gr. 1/1; ariento di carlini, tt. 39 libra. Fiaci una a Maiolicha a' vostri: mandate. Angnolo e Giuliano, in Ghaeta. Cristo vi guardi. Francescho di Marcho e Simone d'Andrea e compa., a Barzalona 1403 Da Ghaeta, a dì 23 magio Risposto