Al nome di Dio, dì 31 di mazo 1395 A dì 19 del deto riceveti vostra letera fata dì 4 di mazo, a che rispondiamo. Della ciera di Lapacio è ora in questa fiera finita, sì che sta bene. Io v'ò voluto più tenpo fa rimetervi per Lapacio f. cl, e mai no ci s'è trovato piglatori, sì che però è rimaso, che prima no ve gli ò rimesi, sì che abiatene per ischusato: per questa ve gli rimetto. In questa vi mando prima di f. cl in Giachomino di Ghocio e Filipo di Michele e chonpagni, per la valuta, qui, a Filipo di Michele e chonpagni, a carl. 49 per f. v d'oro: al tenpo farete avelli e ponete a chonto di Lapacio di Iachopo e avisatene. Di pani per ora no ragionate di meterne qua, che per di qui al setenbre non si fa quasi niente, che tuti sono forniti in questa fiera. Nè altro c'è a dire. Cristo vi ghuardi. Michele di Iachopo Lotieri, in Ghaeta Francischo di Marcho da Prato e Stoldo di Lorenzo, in Firenze 1395 Da Ghaeta, a dì xv d'aprile