Al nome di Dio, a d́ 19 d'ottobre 1396 A questi d́ passati v'abbiàno iscritto abastanza e dicemovi avere ricevuto una balla di pisaneschi molto rustichi e male cholorata e una di stametti e una chatalaneschi, che a ttutte daremo ṃ a spaccalle per lo meglo si potrà: volevasi mandare per la nave e sarebbono ispaccate. Chome ne faremo niente, ne manderemo chonto a que' di Firenze di tutto e chome aremo danari verano di vostro, rimetteremo a que' di Firenze. Nè altro per ora c'è a dire. Cristo vi guardi. Michele di Iachopo e Bernardo di ser Domenicho, in Ghaeta Richordiavi ch'e' padroni delle ghalee c'ànno fatto quistione del nolo e ànno voluto f. 5 per balla e dice Papi, che sta chogl'Amannati, fece merchato f. 5 per balla tanto di Firenze chome chataleschi o pisaneschi o di che ragone si fosse. Di che gl'abbiàno dati loro f. 5 per balla ed essi c'ànno dato sichurtà che se Papi g... nelle mani d'Anfrione Usodimare avere fatto f. 4 la balla di pisaneschi e di Lighadocho, e f. 5 quella di Firenze, ci faranno rendere i danari. E' detti padroni ne scrivono a Afrione e la lettera madiano a Papi, ś che siate cho lui e che facci chiaro a 'Frione, e che Afrione iscriva a Nichoḷ Vivaldi la verità: sollecitatelo voi. Se no faccavàno choś, no possavàno avere la balla. Francescho da Prato e Manno degl'Agli, in Pisa 1396 Da Ghaeta, a d́ 30 d'ottobre