Al nome di Dio, a dì xxviiij di novenbre 1397 A dì 22 di questo vi schrivemo abastanza; di poi vostre lettere non abiàno aute. Pensiamo, per la ghrazia di Dio, Michele sarà giunto chostà a salvamento e arete veduto l'erore dicavate dil chupo e tuta la ragione a punto chome sta. Noi non v'abiàno rimesi infino a f. 60 ci troviano di vostro, per non trovare da chanbiare ch'è uno mese non ci si fa per chostà niente. Chome niente ci si farà, vi si rimeterano; e più, se n'areno rischosi di vostri, che pensiamo subito avere rischosi la magior parte, che se non fose le novità dil paese sarebono rischosi. E per non potere andare ne le tere dove s'àno a 'vere, ci chonviene stare chontenti .....elo voglono, sì che non vi maraviglate perché non sieno rischosi. De' fatti di Biecholo, chome vi diciemo, noi abiàno venduti i pani avemo da lui a tenpo per tuto aghosto che ne tocherà il quarto per oncia. Altro dipoi non s'è fatto: quanto si farà, sarete avisati e tanto de' vostri quanto de' nostri. Nè altro ci è dire. Cristo vi ghuardi. Per Michele di ser Iachopo Lottieri e conpa., a Ghaeta Franciescho di Marcho e Stoldo di Lorenzo e conpangni, in Firenze 1397 Da Ghaeta, a dì xij di dicenbre