Al nome di Dio, a dì xj di dicienbre 1397 A dì 29 del pasato vi schrivemo abastanza; dipoi, a dì 10, ricevemo una vostra fata a dì 18, a che rispondiamo a' bisogni. I f. 250 arete auti, sì che sta bene e achonci chome bisogna. De' fatti di Biecholo ve ne abiàno schrito per più lettere. Michele è chostà e da lui lo saprete, sì che rimarete chiari; e rèchavi il chonto e chiariravi del panno chupo e spese chome ci chiedesti. Noi abiàno di vostro oncie x, i qua rischotemo a dì 16 di novenbre da Parilo de lo Pischopo: achoncategli chome bisogna. E per non trovare da chanbiargli non ve gli abiàno rimesi; chome di chanbi ci si farà niente, ve gli rimettereno. De resto dobiano risquotere per voi, si solecitano quanto è posibile e per non potervi andare perch'è tera de l'Amiragio, ci chonviene fare piacievolemente cho loro. Chon lettera gli solecitiano quanto è posibile e pensiamo subito dar fine di tuti, ecieto di Biecholo e chome nulo danaro aremo, vi si rimeterano. Nè altro ci è per questa a dire. Cristo vi ghuardi. Per Michele di Iacopo Lottieri e conp., in Ghaeta Franciescho di Marcho e Stoldo di Lorenzo, in Firenze 1397 Da Ghaeta, a dì 24 dicenbre Risposto