Al nome di Dio, a dì xxxi d'ottobre 1399 Amicho karisimo, già dì fa non t'ò scritto per non eser suto di bisogno. Chagione di questa si è per avisarti chome di qui dobiamo partire in questi pochi dì e a Sciacha andremo a charichare di grano per venire chostì e Genova. E io vorrei farne, se modo ci fose, vendita innanzi per un amicho di staia 1600. Il perché i' ò scritto a Sandro a Genova per una fia chon questa, che s'ello può far vendita la lo faci insino a s. 44 la mina; e se meglo fosse a vendelo chostì che chostì fosse in miglor pregio che tti scrivo, lo venda tu. E chosì ti pregho facci in questa forma quando l'ài da Sandro. Cioè che quando la nave di Francescho Colonbiere di Barzalona e di me sia guta a Livorno, che tu sia tenuto si venda staia 1600 di grano di Cicilia e non t'obrighassi altrimenti. Preghoti, in chaso l'abi da Ssandro, facci tua possa finillo, sì che chostì non abbia a soprastare il pregio ti dirà Sandro, che ll'utimo gl'ò ditto ti dicha, f. 1 lo staio a Livorno. Secondo ài da llui, seghuite e in servigio di me non ti sia grave che per te farei quello e ogni chosa mi fosse posibile. E per buona chagione abiamo diliberato chostì non venire sanza salvo condotto il perché charamente ti pregho faci l'abiamo in questa forma: "che Francescho Colonbiere e Filipo Quaratesi co la lor nave e ogni lor chossa e merchantia, la quale si vende costì, ecc., sien salvi per ogni chagione e fia pieno quanto si può". E fa' lo troviamo a Livorno ne le mani d'uno di quelli osti: quello costa ti redero costà. Non puoi erare farlo fare prestamente, e io te ne pregho. Se bisogna aoperarvi Iachopo Trenta, diglele per mia parte e llui ne durerà faticha volentieri o chon chatelani o chon chi ti pare, provedi l'abiano nel modo ti dicho e, chome ditto, fa' lo troviamo a Livorno nelle mani d'uno di queli osti. E più per questa non dicho. Tuo sono. Idio ti ghuardi. Per Filippo Quaratesi, in Ghaeta Manno degli Agli 1399 in Pisa Da Ghaeta, a dì xiij di novenbre