Al nome di Dio Amen dì primo di Gennaio MCCCLXXXV. Manifesto sia a ciascuna persona che vedrà o leggerà questa scritta, come questo dì lunedì dì primo di gennaio anno MCCCLXXXV, io Francesco di Marco da Prato mercatante dimorante in Vignone sono d'accordo di fare miei compagni, cioè le loro persone, cioè a sapere Boninsegna di Matteo da Firenze e Tieri di Benci da Firenze e Andrea di Bartolomeo da Siena con questi patti e convenenti condizioni e modi ch'appresso saranno fatti per ordine e per partita; de' quali patti e convenenti i detti quattro nominati sono d'accordo e contenti e promettono ciascuno a detti patti e convenenti non venire contro sopra la loro fede, e così giura ciascuno di d'osservare e mantenere. E per chiarezza di ciò io Boninsegna di Matteo ne fo' questa scritta di mia mano, a chiarezza del detto Tieri di Benci, e a chiarezza del detto Andrea di Bartolomeo, e a chiarezza del detto Boninsegna di Matteo. Prima sono d'accordo i detti quattro nominati che Francesco di Marco da Prato proprio dei suoi propri denari debba mettere nella detta compagnia questo dì primo di gennaio MCCCLXXXV la somma di fiorini d'oro quattromila di chimentine correnti di soldi XXIIII l'uno, i quali fiorini quattromila d'oro chimentini ae consegnati ad Boninsegna di Matteo e a Tieri di Benci e ad Andrea di Bartolomeo detti III piue mercatanti e e masserizie di bottega e di casa, come partitamente appare per uno quaderno di stima fatta d'accordo di dette mercatantie e masserizie scritto di mano di Boninsegna di Matteo detto, e firmato di concordia e di volontà del detto Francesco e del detto Boninsegna e del detto Tieri e del detto Andrea; le quali mercatantie e masserizie stimate pe' detti e scritte partitamente nel detto quaderno, il detto Boninsegna, il detto Tieri, il detto Andrea hanno ricevuto questo dì primo di Gennaio MCCCLXXXV dal detto Francesco di Marco, e così confessano per questa presente scritta e riconoscono averle tutte ricevute come per quello quaderno appare, e riconoscono al detto Francesco esser di valuta le dette mercatantie e masserizie scritte in su quello quaderno per la somma di f. quattromilia di chimentini di soldi XXIIII l'uno delle monete di Vignone come detto è di sopra; la qual somma di f. quattromilia d'oro chimentini i detti Boninsegna, Tieri e Andrea riconoscono esser tutto del detto Francesco proprio, perocchè quella somma di f. quattromilia d'oro e in questa compagnia non hanno messo né debbono mettere alcuno denaro perchè non hanno nulla nelle dette mercatantie, né nella detta somma, ma solo debbono mettere in aoprare le loro persone al servizio della detta compagnia; e niun altra cosa Boninsegna, Tieri e Andrea possa fare nè far fare fuori della detta compagnia; e se niuno di detti tre nominati faciesse niuna mercatantia o faciesse fare fuori di detta compagnia, s'intenda non essere più compagno di detta compagnia, e che niente possa domandare alla detta compagnia faciendo contro a' patti infrascritti; e sono d'accordo col detto Francesco che non si debba aoperare nella detta compagnia se non come li piacesse di fare per la detta compagnia e ch'elli possa fare fuori della detta compagnia quello li piacerà e niente sia tenuto ad assegnare alla detta compagnia né bene né male che faciesse e di questa compagnia e corpo di compagnia che è di fiorini quattromilia d'oro chimentini ciascuno de' detti quattro nominati dee avere del bene e del male che la detta compagnia faciesse la parte ch'appresso diremo per ordine e per partita, e ch'essi ne siano d'accordo detto dì primo di Gennaio MCCCLXXXV, in Vignone. Sono d'accordo i detti quattro compagni che del guadagno che si farà della detta somma di f. quattromilia d'oro chimentini Andrea di Bartolomeo da Siena debba avere per ugual parte il guadagno si farà in detta compagnia per la persona che verrà di f. cinquecento d'oro chimentini, la resta del guadagno faranno per ugual parte di f. tremilacinquecento d'oro chimentini che resta dee esser di Francesco di Marco e di Boninsegna di Matteo e di Tieri di Benci, con que' patti e convenienti ch'egli hanno insieme com'appare per una scritta de loro patti che hanno a fare insieme; e se caso adivenisse, del quale Iddio sempre ne guardi, che la detta compagnia perdesse per niuno caso occorresse che il detto Andrea sia tenuto alla perdita che ne toccasse per ugual parte a f. cinquecento d'oro chimentini, e così sia tenuto Francesco e Boninsegna e Tieri per ugual parte a f. tremiliacinquecento d'oro chimentini, che di quelli patti e convenenti ch'anno insieme com'appare per una scritta de loro patti ch'hanno a fare insieme, e così ne sono d'accordo i detti quattro nominati questo dì primo di gennaio MCCCLXXXV. E sono d'accordo i detti quattro compagni nominati che la detta compagnia debba durare due anni prossimi che verranno, cioè da dì primo di gennaio MCCCLXXXV insino a dì XXXI di dicembre MCCCLXXXVII, che sono due anni appunto, e che ogni anno in dì primo di gennaio debbono rivedere e saldare i loro conti e metterli in saldo secondo ch'appare per questa scritta di sopra, e che appresso saranno scritti per ordine e per partita, però che detti quattro compagni debbono conservare la detta compagnia con questi patti e convenenti scritti di sopra, e che appresso diremo che così ne siamo d'accordo questo dì primo di gennaio MCCCLXXXV in Vignone. E sono d'accordo i detti quattro compagni che per loro persone nè per altro caso potesse avvenire niuno vantaggio possa domandare l'uno a l'altro però che agguagliati sono ciascuno ne' patti e convenenti detti. E sono d'accordo i detti quattro compagni e riconoscono Boninsegna e Tieri e Andrea e Francesco di Marco propio, che compiuto il termine di due anni della detta compagnia che il sito della casa e della bottega è propio di Francesco e di renderglielo libero e spedito sanza niente potere addomandare sopra al detto sito, però che lo mette nella detta compagnia libero e spedito sanza contarlo nulla alla compagnia, e 'l detto Boninsegna Tieri e Andrea promettono e giurano al detto Francesco rendere e restituire il detto sito sanza niente addomandare. E sono d'accordo i detti quattro compagni che la pigione della detta casa e bottega che si tiene da messer Ortica della quale si paga l'anno f. sessantaquattro d'oro chimentini, si paghino per comune del corpo della detta compagnia, cioè del guadagno si farà o della perdita se vi fosse, della qual sempre ci guardi Iddio; e per detto modo sono d'accordo si paghi a Giache Garolli f. quindici d'oro chimentini per la pigione d'uno fondaco che la detta compagnia tiene sotto la casa dov'egli stae che la tiene allogata dal detto messere Ortica e così ne sono d'accordo detto dì primo di gennaio MCCCLXXXV. E sono d'accordo i detti quattro compagni che ogni spesa si farà di mangiare e bere in Vignone e ogni altra spesa si farà che aggia a pagare alla detta compagnia si faccia del guadagno si farà o della perdita se la vi fosse e intendasi che ciascuno compagno paghi per quella parte li tocca del proprio e del danno s'egli vi fosse del quale sempre ci guardi Iddio. E sono d'accordo i detti quattro compagni che ogni salario de' fattori o garzoni o fanti o fante che terranno in Vignone al servizio della detta compagnia si debbono pagare del guadagno o della perdita che la detta compagnia faciesse. E sono d'accordo i detti quattro compagni che se caso addivenisse che Boninsegna o Tieri o Andrea o garzoni che stessono con noi in Vignone avessono alcuna malattia stando in Vignone si paghi per la compagnia siccome è usanza di fare; e se caso fosse che fuori di Vignone detti Boninsegna o Tieri o Andrea andasse per suo bisogno fare e accadesse caso di malattia alcuna, la debba pagare del suo propio colui che avesse il male, e se il detto Boninsegna o Tieri o Andrea o fattori o garzoni accadesse ch'avessono alcuno accidente nelle loro persone che non fossono malattie naturali, detti o chi l'avesse si debba fare guarire del suo proprio come è dovuto di fare. E sono d'accordo che se caso fosse, di che Iddio guardi sempre, che Francesco di Marco fosse malato a Prato o dove fosse, la compagnia non ne debba niente pagare però che non s'adopra nella compagnia. E sono d'accordo i detti quattro compagni che se caso avvenisse che Boninsegna o Tieri o Andrea o fattori o garzoni andassono fuori di Vignone a fare le facciende della detta compagnia che la compagnia lo mandasse, ch'ogni spesa faciesse di mangiare e di bere e di spesa di ronzino o di naviglio si paghi per la detta compagnia, e se niuno andasse de' detti nominati fuori di Vignone per fare suoi fatti o per caso li potesse accadere per lui proprio debba andare alle sue spese proprie, e se Francesco di Marco andasse in alcuna parte per se propio debba andare alle sue spese propie. E sono d'accordo i detti quattro compagni che niuno di loro possa fare niuna credenza a niuna persona sanza parola e licenzia di Boninsegna e d'uno di detti tre compagni e se niuno di detti la faciesse, vada sopra di lui in capo dell'anno se non si riscotesse, e sono d'accordo che Boninsegna non la possa fare egli sanza volontà d'uno de compagni e se la faciesse la debba pagare come è detto di sopra. E sono d'accordo i detti quattro compagni che niuno di loro possa trarre della detta compagnia più di f. quaranta d'oro chimentini per anno per sue proprie spese, i quali ciascuno debba trarre mese per mese come avrà bisogno per suo vestire, e se alcuno di detti volesse trarre più o traesse sanza consentimento di detti compagni e di concordia di tutti, s'intenda ch'egli non possa domandare alla detta compagnia niuno guadagno di quell'anno, ma esser tenuto alla perdita se la vi fosse, però che faciendo contro a' patti della detta compagnia, sono d'accordo i detti quattro compagni che chi fa contro alla compagnia ne porti la detta pena. E sono d'accordo i detti quattro compagni che compiuto il tempo della loro compagnia, se caso avvenisse che si volessono partire l'uno dall'altro si debba seguire la partigione con questi patti e convenenti e modi che appresso saranno dichiarati e così ne sono d'accordo questo dì primo di gennaio MCCCLXXXV. Prima vogliono i detti quattro compagni che vogliendo alcuno di loro uscire dalla detta compagnia il debba dire sei mesi dinanzi al tempo di detti due anni; che Francesco di Marco volesse partire della detta compagnia, Boninsegna o Tieri o Andrea il debba dire a quello volesse ne fosse di fuori VI mesi dinanzi al tempo dei detti due anni. E sono d'accordo i detti quattro che in capo di due anni riveduto al dì i loro conti in dì primo di gennaio MCCCLXXXVII se persona dovesse avere dalla compagnia sia pagata anzi che niuno conto si faccia, e se niuno dovesse dare alla detta compagnia per credenza fatta di comune concordia come detto è in questa, che quelle credenze ciascuno si debba contare per egual parte quella parte li tocca per fiorini e per soldi secondo ch'avere dalla detta compagnia. E sono d'accordo i detti quattro compagni che se caso fosse che compiuto il tempo della detta compagnia Andrea di Bartolomeo di Siena non fosse d'accordo di rifermare la compagnia per altro tempo con Francesco e con Boninsegna e con Tieri che il conto si debba rivedere come è costumato di fare per li detti Boninsegna e Tieri e Andrea detti, e se caso fosse che infra detti tre nominati non fossono d'accordo tutti e tre che Boninsegna con Tieri e con Andrea vi possa mettere il pregio che niuno di loro quello li pare e che niuno di loro a questo né Tieri né Andrea non possa dire contro a quello che Boninsegna faciesse con niuno di loro due, e che niuno possa chiamare mezzano nè stimatore a questa partigione quando ella si facesse. E sono d'accordo i detti quattro compagni se caso fosse che Francesco di Marco fosse in Vignone il dì della partigione o vi volesse venire, che possa fare ogni cosa li pare della partigione co niuno di detti tre compagni quale li paresse fosse più atto al bene fare la parte toccasse a ciascuno, non mutando i patti di questa presente scritta detti di sopra e ch'appresso saranno scritti. E sono d'accordo i detti quattro compagni che nel caso ch'Andrea uscisse della detta compagnia compiuto il tempo della detta compagnia, che restando ad avere del guadagno fatto ne' detti due anni che 'l detto Andrea quello riceva ad avere saldati i conti gli abbia in denari contanti in fra sei mesi prossimi che verranno, con questi patti che di due mesi in due mesi abbia la terza parte, sbattuto quello li toccasse di mali debitori od altri danni avesse la compagnia; e se caso avvenisse che li avesse a rimettere nella detta compagnia del quale Iddio sempre ne guardi, sia tenuto a rimettere quello avesse a rimettere al tempo di due mesi in due mesi, sicchè in capo di VI mesi abbia pagato la compagnia di tutto quello dovesse dare alla detta compagnia. E se caso fosse che compiuta la detta compagnia, Francesco di Marco volesse che Boninsegna o Tieri uscisse niuno di loro della detta compagnia, ne debba uscire quelli volesse con quelli patti e convenenti ch'anno insieme per una scritta come detto è di sopra, non rompendo niuno patto nè convenente che sia detto per questa presente scritta che di concordia e di volontà di detti quattro compagni è fatta questo dì primo di gennaio MCCCLXXXV. E se caso fosse che compiuta la compagnia di due anni al rivedere del conto che si farà che delle mercatantie ch'allora si troveranno della compagnia, Andrea sopradetto ne volesse l'ottava parte la possa avere sì veramente che paghi anzi ch'abbia la mercatantia quello ch'ella montasse per la stima fosse fatta concordia e nel caso non pagasse rivisto il conto tantosto, non sieno tenuti detti compagni di dargliele se none a loro piacere e intendesi che per questo non si rompano però l'altre cose scritte di sopra e ch'elli sia tenuto di sì dare come le mercatantie saranno stimate e scritte s'egli vuole l'ottavo o no e se lo vuole paghi tantosto e se non pagasse non sieno tenuti li altri compagni di dargliele però che niuno tempo ci dee esser al pagamento e questo si fa perchè niuno possa tenere in pendente la compagnia. [A tergo:] Copia della scritta della compagnia tra Francesco di Marco e Boninsegna di Matteo e Tieri di Benci e Andrea di Bartolommeo.