Noi siamo oggi in Pavia e venimoci venardì sera a dì cinque d'otobre, sani e salvi tucti - lodato Idio! - et qui stemo tre o quatro dì. Non siamo passati né passeremo a Melano inperò là ène um poco di mortalità e messer lo conte non vuole che alchuno, il qual vengna da Melano, s'apressi alla sua presença. Et pertanto non vidi Basciano, ma io gli mandai la lectera di Franciescho e scrixilli come io non avea bisongno di quelli denari che Franciescho gli scrive mi dia a mio piacere; et pertanto ne scrivesse a Franciescho e ringratiaselo da mia parte. Et così ti prego faccia tu, ch'io non scriverò ora a Franciescho per fretta. Ricordoti che tu faccia publicare la procura mia, la qual fece ser Giovanni di Bechino, acciò, se bisongnasse, l'abiate fatta. Io non ti scriverò più di qui a Vignone, e là scrivi quando puoi. Di' a Giovanni di messer Arigo che 'l ronçino insino a qui m'à fatto buon servigio, e così quel dì Marco. In tucta la brigata nonn è ronçino che meglio passeggi che 'l mio. Saluta ser Bartolomeo di messer Nichola, ser Franciescho di ser Alberto, Marco di Tano, Piero Bondì, e di' a ser Bartolomeo io non gli scrivo ora per fretta, ma come sarò a Vignone, così gli scriverò. Racomandoti monna Nicholosa, l'Antonia, suor [ms. sue] Lena e tucta la brigata. Prega monna Nicholosa che sia benigna e dolce inverso l'Antonia e anchora ne di' da mia parte a suor Lena che ne la preghi. Io scrivo a l'Antonia che lei honori e sé porti come madre per mio amore. Antonio per insino a qui mi serve bene e ònne buon servigio. E di' alla madre ch'egli sta bene e, in quanto sia dì bisongno il suo servigio a casa, ne la prega per mia parte essa stia um poco coll'Antonia, e io ne ristorerò sì lei e 'l figliuolo ch'ella ne sarà contenta. Altro per questo non ci è a dire. Da poi aveva scripto di sopra, diliberai pur scrivere a Francescho di Marco, e così ò fatto. Scripxi all'Antonia una lectera da Bolongna. Non so se l'à 'uta. Sappilo. Io la diedi la mandasse a messer Torello di messer Nicholao. Idio sia sopraguardia di te! Per lo tuo maestro Naddino in Pavia, a dì VIII d'otobre. [sul verso:] Monte d'Andrea degli Angiolini in Prato. [mano: Monte] Da Pavia, dal maestro Nadino, a dì 16 d'ottobre 1386, prima lettera ò avuta da lui. | Risposto a dì 20 per da Firenze.