Ricevi lectere da te e da suor Lena come era piaciuto a Dio chiamare ad sé la benedetta anima della mia cara madre. Questa m'è stata grande malinconia perché non ò potuto darle alcuno conforto o refrigerio alla morte, e di questo sarò sempre nell'animo cum tanto rancore e pena. Et non potea passare di questa vita in tempo che più sconcio e turbamento mi fosse, e pur così non posso far altro. Credo sia per mio gastigamento, acciò ch'io, che alcuna volta la sconsolai, ne sia tucti dì della vita mia sempre sconsolato. Comforta la Lorita e l'Antonia per mia parte, e così suor Lena quando la vedi, benché a suor Lena ne scrivo più distesamente ch'a te. Apresso ricevi altra tua lectera nella quale mi scrivi come era volontà della benedecta anima rimutare il testamento, e scrivimi come il voleva disporre. Et questo m'è grande admiratione inperò aveva fatto suo testamento con acordo di tutti e sa'lo ben tu, ché vi fosti, e io apresso, come ch'io non vi fosse. Non so che caso nuovo sia sopravenuto, dalla mia venuta in qua, perché mutare si dovesse, inperò che allora mi disse, domandandola io s'elle voleva raconciare nulla, ch'ella aveva aconci i facti suoi per modo si contentava e no lli valeva altrementi disporre, e sempre come sana si provide di non avere alla morte quella fatica. Apresso grande maraviglia m'è che llo 'ntelecto suo si fosse mai mutato di quello che con tanta diliberatione e pensamento aveva fatto da santà, se non fosse già per molta infermità, dove la natura e la vertù mancha. Et pertanto ty rispondo di chiaro che, s'ella alla morte avesse fatto altro testamento, mal contento ne sarei, come c'osservare mel convenisse. Ène adunque mia volontà e piacere oservare la sua volontà, la quale m'è certa essere stata sua vera volontà, e a quella si dia executione. So che lascia in quel testamento suor Lena e la Lorita per modo si debbono contentare, e questo fecie libera da santà sança pregarie. Et se questo non basta a' bisongni loro, sono disposto come buono figliuolo e fratello atarli di quel che mm'è possibile. Egli è circa a XV giorni che Jacopo ed io abiamo diliberato di passare di costà del mese di septembre o al più d'otobre, e verrò diliberato o del rimanere o del tornare, come che più tosto creda ritornare. Et allora saremo insieme e anconcieremo tucto sì che fie abbastança. Et per insino allora date executione al testamento ch'elle fecie di mano di ser Jacopo. Et sii con ser Bartolomeo e fate quello è bisongno. Quanto per la parte mia, non bisongna rapresentare inperò che 'l nipote carnale n'è exceptato, e così di gabella, ma di suor Lena e la Lorita credo bisongnerà ripresentare, e forse pagare la gabella. Sono contento l'abiate fatto onore alla sepultura e alla septima, e questo m'è consolatione, e del contrario mi sarebbe incresciuto. I denari di tucto ti credo rimandare tosto. E se pur indugiassi, gli ara' alla mia tornata. Guido, de' denari del ronçino mi promise dare a Marco, à fatto male. È più mesi credetti Marco gli avesse auti. Pregalo gli piaccia dargli. E fatti sciorinare e aconciare i suoi panni. Il vino suo si guasterà e non scrive quello vuole se ne faccia. Qui non se ne truova denaio. Il biancho suo à ripieno due volte è torbido e non chiarì mai. Credo sarà captivo. Fate fare la fine generale quando pagate i denari delle lecta inperò che di tucta altre cose siamo finiti per lo vescovo Giovanni di mano di ser Schiatta. Ringratia maestro Bettino di quanto à fatto per me intorno alla 'nfermi della cara madre e dimi, s'io posso far nulla, sono al suo piacere. Èmmi grandissimo sconcio non avere auti i miei libri e ' miei panni, e ògli aspectati ben due mesi di giorno in giorno. O· pur son condocto alla state e convienmi vestire in fretta perché indugiava, credendo sempre cotesti venisson presti, e convienmi spendere fiorini 24 o 30 almeno. Et avendo auti i libri, are' fatto qua alcuno bell'atto scientifico che m'arebbe fatto honore. E questi dì arei levati i panni, se non fosse è piovuto tucto dì. Et pertanto ti prego che mandi i libri e' panni più tosto che puoi; e se non puoi mandare i libri, perché per altra mi scrivesti non avevi anchora potuto avere la parola de' gabellieri, mandami il forçieri de' panni. Et puoi mandarli in nome di Franciescho a Boninsengnia e avisarlo e come ti pare, il più presto che puoi. Sono contento che monna Margherita faccia compangnia all'Antonia e parmi che sia bene e onore di noi. Et se in casa avesse o grano o vino da vendere, pigliatene partito che non si guasta. Altro per hora non ci è a dire. Saluta tucti. Idio sia sempre guardia di voi! Per lo tuo maestro Naddino, a dì XXX di magio in Vignone. [sul verso:] Monte d'Andrea delli Angiolini in Prato propio. [mano: Monte] 1387, da Vignone, dal maestro, a dì 19 di giugno. | Risposto a dì 22 di giungno.