Charissimo fratello, inprima vi ringratio quanto più posso di quanto avete fatto di bene et sovenuto alla mia donna, e così vi prego che facciate per lo innançi. Egli è più tempo ch'io non scripxi di costà a persona e ò fatto male. Ristorerò in scrivere spesso. Io vi mando una lectera in questa che debbiate ricevere fior. centocinque d'oro per cento fior. di Camera, i quali ò pagato di qua ad Antonio Alamanni. Prendete quello vi debbo e cancellate vostra ragione, e 'l resto date all'Antonia mia donna e confortatela. Che Dio vi guardi! A questi dì il papa nostro singnore m'à electo per suo medico e grandi promesse mi fa di farmi bene, e più volte m'à detto io mandi presto per la mia famiglia. Anchora non m'à asignata alcuna provisione. Come 'l farà, te n'aviserò e manderò per la mia famiglia. Non ci posso ora scrivere più. Per altra vi scriverò più distesamente. Anchora vi racommando la mia famiglia però ch'io posso dire ella non abbia di costà altro amico o parente che voi. Salutate per me monna Margherita, e preghola non parli tanto male di me quanto io merito, ché lla mortalità di qua e la guerra di costà m'à fatto fallire. Per lo tuo maestro Naddino in Vignone, a dì XVIII di março. [sul verso:] Francescho di Marcho e Stoldo di Lorenzo in Firenze.