Charissimo fratello, ricevi una vostra lectera fatta a dì 14 d'agosto, la qual viddi molto volontieri perché contava voi e la vostra famiglia e lla mia esser sana, e apresso perché mi scrivete siete isvolupato del murare. Non cale voi vi schusiate del non scrivere perché io sono in questo fallo più caduto di voi, ma la cagione è questa: come sapete, io vi scripxi aveva deliberato avere la donna mia di qua e che voleva si partisse di costà in sul primo bono passagio fosse per di qua, da meço agosto in qua. Dopoi si ruppe una pace s'era fatta tra 'l papa e messer Ramondo di Torena nipote di papa Gregoria, e perché esso era ben fornito di gente d'arme e noi isforniti, e' teneva quasi assediato Vignone; e se non fosse il Rodono, saremo stati molto male, e certo questi signori isbigotirono perch'elli aveva qui nel Vinesì ben mille lancie di buona gente e nessuno usava già ' tre mesi passare i portali, salvo il ponte. Ora per la gratia di Dio e per bontà del duca di Berì la pacie è fatta, il quale per questo è stato a Vignone. La gente d'arme comincia a sgomberare et credo ci riposeremo bene. E per questo non vi risollicitava della venuta della donna però che se guerra fosse qui, si farebbe poco e più tosto vorrei la famiglia di costà. Et questo basti a rispondere a' Pratesi, i quali ispesso parlano di quello che non sanno. Franciescho, se io vi gravo troppo, mi perdonate, ché nonn ò come vedete altre che voi a chui possa ricorrere, e quest'è per bontà di voi, non per mio merito. Io vi prego quanto posso operiate la famiglia vengha più tosto si può, po'ché qui è buon essere e buona pace. Io scrivo a Baldello di mie cose particulari. Egli vi legierà la lectera, e che faccia denari di ciò che può di maseritie e panni e grano di questo anno. E voi pregho che quello vi... mi prestiate insino quella quantità a voi pare abbiano di bisogno in questo viagio. Che Dio gli conduca salvi! Adpresso, se ll'auta di questa fosse troppo tardi e paressevi indugiare a primavera, fatene secondo vi parà, bene che grande allegreçça mi sarà fare con loro il verno. E pertanto vi prego quanto posso, se può essere, venghino avanti entri i freddi. I' ò già i· casa quatro boti di vino nuovo e spero avere buona provigione, se lla donna viene, perché questi signori, che me ne promette una botte e chi due. Et farete avisare Baldello che ssi provegia ançi ch'entri in mare di vino e polli et altre cose che bisognono come me' sapete di me. So che 'l padrone o e' sarà vostro amico o amico di vostri amici, per modo che sulla nave ella sarà per vostra bontà ben racomandata. Ringratiovi quanto più posso di quanta consolatione le fate. Certo sança voi l'Antonia arebbe auto mal tempo. Non bisogna racomandarmi Boninsegna, ançi racomandate me a llui però ch'egli è qui mio padre, mio consiglio et governatore. Et come ò voi padre per costà, così ò Boninsegna di qua. Egli e tucta la vostra famiglia di qua stanno bene per la gratia Dio. volgi [sul verso:] Giusto di Borgo ebbe lectera da voi, per la quale si monstra malcontento di certi denari dice che diede a Stoldo per la dote alla serochia. E' medesimo ve ne scriverà. Pregovi che mmi scriviate se lla sua suora fu compiuta di paghare dal maestro Iohanni insino in fiorini 19 di reyna inperò che Giusto dice che nonn è anchora chiaro ella gli abbia auti. Racomandatemi a monna Margherita e salutate tucti nostri amici. Idio vi guardi sempre! Per lo vostro maestro Naddino in Vignone, a dì 19 di septembre. Francescho di Marcho in Prato, amico charissimo etc.. [mano: differente da Francesco] Da Vignione, dì 4 d'ottobre 1392.