Al nome di Dio, ame·. Fatta a dì XXV di gienaio 1394. Simone d'Andrea, Boninsengnia di Mateo sallute di Vingnione. La chagione perch'io ti foe questa letera si è ch'elgli è quie il maestro Nadino da Prato, il qualle è grande amicho di Franciescho di Marcho ed èe grande amicho nostro, ché llo riputiamo padre e fratello ed elgli è quie medicho di papa e d'asai cardinalli, e però noi lo voremo servire chome faremo Franciescho di Marcho, e melglio, se fare si potese. Elgli àe quie la dona ed àe I fanciullo maschio e II fanciulle femine d'ettà di VIII in VIIII anni l'una, e perché quie si truova malle serviciali, vorebe per la donna e per la familgla una ischiava picoletta d'ettà di XII in XIIII anni che fose sana, che non avese ancora conosciuta i pechati del mondo e no fose tropo bella né tropo soza e fose sana e netta della persona chome fae bisongnio i· simille chaso, a cioe che lla dona la potese metere ne' suoi chostumi e mostralle fare quelle chose fano bisongno nella chasa e nella familglia. E pertanto t'avisa, se costà n'àe, che se ne trovase una al modo ti diciamo e che pregio costerebe costà, e no fare nulla se none che ttue m'avisi a pieno del pregio e dell'ettà sì ch'io gliele posa dire ed eli avisarsi ed io rispondere. Ancora potresti fare cosie di cierchare se ne trovasi una del modo diciamo e fare con colui l'avese e volesella vendere sapere il pregio a punto ne volese e fare pato co· llui che infra I mese gli faresti risposta, o di sie o di noe, ma no chosti nulla il pato. Provedivi con buona diligienza e rispondi tosto. Dio ti guardi senpre! [sul verso:] Simone d'Andrea in Barzalona propio | .B. [mano: Simone] Risposto.