Al nuome di Dio, ame. Fata dì 17 d'aprille 1383 A dì 15 di questo ricevetti vostra lettera per Genova con quelle di Michelle di Ridolffi fata dì 28 di marzo. E scrivete che 6 lettere m'avete mandatte e che di niuna avete risposta di che molto mi maravigllo però che per Laffranchuollo Mancino, fante di prochaco, vi mandai una lettera a dì 27 di febraio e vene a diritto chamino. Poy da Cremona, siando là per alchuni miey fatti, anche ve ne manday un'altra per uno mullatiero. Poy a dì 4 di questo siando anche a Cremona ve ne manday un'altra per mulatero: maravigliomi chome no le abiatte autte però che anche da Cremona per que' due medeximi veturalli che mandamo le vostre ne mandamo anche a que' di Franciescho di Bonacorsso e da loro abiamo de l'una risposta, de l'altra no la possiamo anche avere. Se no le avette autte me ne grava chome che pocho monti salvo che me ne potete inputare e non è mia chagione e per inanzi iscrivirò per da Genova. Abianvi risposto che siamo contenti de le due balle di fustani di ghuado di due mitolle che avette vendute chome che l'utolle se ne fa è chossa da nulla. Chostarono di primo chosto a danari contanti lb. 11 peza: vedete l'utolle se ne fa che, consederato il tempo e ongni chossa, e viene a dire nulla e megllo è avelle vendute che tenute mortte. Le due peze nere iscempie per invoglla chostarono di primo chosto lb. 4 s. 10 inperiali per peza iscempia e chossì le contatte. Voy ditte che le pezze di due donzelle arebono migliore ispaco ch'à di due mitolle e se mi pare di mandarne 2 balle che io le mandi. Qui si chiamano di due rayne: fasene molto poche e ieri ne paghamo due balle inanzi trato per avelle de le prime si farano e chome le aremo le vi mandaremo. Di mandare 4 o 6 balle di fustani bianchi di due chandallieri e di romiti no vegho che a f. 34 se ne salvassamo e meno di f. 36 no vorebono vallere. Di que' di Cremona anche no vi veghamo proffitto ma sì più tosto perdita che se vedessamo alchuno profitto ne mandaremo ma con perdita no may. Se per me né per niuno amicho io vegho di potervi dare alchuno inviamento il farò vollontieri e sonone tenutto. De le 5 balle di fustani chomune mie e di Francescho che fuorono rubate mi pare bene se ne possa fare pocho conto. Non so se questo Dogie fato di nuovo a Genova se ne adoprasse più no fece l'altro: questo dì ne iscrivo a Genova a Francescho di Bonacorsso e a Michelle di Ridolffo a chatuno per ssé perché mi pare detto Dogie amicho di Michelle e suo chompare. D'avere dinonziatto a l'amico che sichuròe per f. 125 avete fato bene: chossì fosse sichuratto di f. 300 chome valleano, Idio ci ristori in altro. D'avere detti f. 125 in due messi e sia da par Dio: quando li avete sì 'l ditte. Le 12 chamoci che più dì fa chiedeste per l'amicho vostro avemo in questi dì da Chomo e no sono chossa per voy. Sono grosse e con buchi dentro: ànno sì grande domanda per ongni luogho che chome sono fatte e sono levate. Abiamo da chapo iscritto faci d'averne 12 di buone belli e sanza buchi il meno che può: àmi risposto che di fatte non ce n'è e che le prime vi sarano le aremo e per ongni lettera il ricordaremo e no dubitatte che ne sarette servitti chome che vadi lungho. A' nostri di Vinegia abiamo iscritto sopr'a' fatti vostri quanto bissogna e anchora li scrivirò per un'altra prima lettera e di noy fate conto chome di voy medeximi. Sono contento che ispesso scrivatte a Barzallona ramentando i nostri fustani. Di bordi iscempi che ditte se ne spacarebono bene una balla e àvene manchamento e varebono f. 5 la peza, dichovi vorebono vallere s. 10 di piccoli più a quello che vagllono qui. Tutavia prochacaremo di mandare una balla e al prexente non ci sono di fati di belli. Chotoni ànno qui chativa condizione d'ongni sortta e no se ne vende e àcene grande quantità e al prexentte no ne sarebe da mettere qui. Io v'òe bene avissati chome a Nichollò di Bono e a Francescho ò risposto: sopra l'andare io al prexente a Firenze non à luogho perché io no posso per molti chagioni e veramente la andata di Vingnione m'è fato molto danno e sonomi trovatto in una quistione di f. 500 ch'è gà 6 anni forono prestati a uno chativo in Padoa e pensavami avelli perduti e ora col bracio di Madona penso avelli. E per talle òe iscrito loro facano quello ànno a fare e che no ghuatano a me. E io nel vero no vorey avere a fare in tanti luoghi e a spanticharmi di qui e di là no fa per me. Di che respondemo loro libero facessano quello avessano a fare veduti i chapitolli mi scrissono che no mi sonavano. E poy ebi altre lettere da Nichollò e achostassi più a la mia intenzione il perché mi pensso se io fosse chon loro che prendaremo qualche ghalone d'acordo e veramente se no fosse per molte chosse òe a fare da trare a chapo non è dubio me ne andarey di prexente a Firenze ma al prexente no posso. Avisso bene per tuto magio andare a Firenze o per questo o per altro e se d'acordo saremo, Dio bene, quanto che no, Idio dea a tuti bene a fare. Quando da Cremona partimo l'uno da l'altro remanimo Francescho e io d'acordo sopr'a' fatti di Cremona. E con intenzione dico io chome facea lavorare a 30 tellari, ne tolly poy anche 20 che sono 50 in soma. E di contanti li ò poy messi f. 1.500 e no mi pensava mi venisse fallito il promesso. E chome che sea ongni chossa acetto a bene e io provedarò a' fati miey chome Idio c'amenistrarà. Scritto insino a qui ricevo lettere da Francescho di Marcho e da Nichollò di Bono, l'una da per sé da l'altra, fatte dì 2 di questo. E cercha fatti de l'avere a fare insieme mi iscrivono l'uno e l'altro asay tanto che no mi so diffendere che io no vadi a loro e no potrà essere la mi partitta sì tosto chome vorey. E certo se no fosse l'amore che io portto loro no mi movarey di Mellano si avesse fato i miey fatti che io avesse a fare qui che m'avisso per tuto magio. E sua bontà dicono di venire a Vinegia o a Ferara o qui. E io consederato più chosse, l'una che Nicholò è anticho e di sua condizione che Lodovico è mallato e parte di sua famiglia e ancho Francescho mi pare disposto al murare, e io per no dare loro graveza vogllo sostenere faticha e danno per chontentare l'animo suo e di qui mi spacarò il più tosto che io poterò. Altro per questa no vegho avervi a dire. Dio vi ghuardi. Chom'io truovi da rispondere loro il farò o per uno chamino o per un altro. Mando questa per Genova. Bascano da Pescina di Mellano Mando questa lettera per Genova a Michelle di Ridolffi che la vi mandi subito. Se a voy paresse di mandalla a Francescho di Marco sì 'l fatte però che io non so quando io possa iscrivere loro sì tosto. È anchora soprastata insino al tardi di che poy per fante propio ò auto lettera da Boninsengna di Vingnone fata dì 7 di questo. E conta molte chosse e fra l'altra ha chagione perché manda il fante sie perché fa uno chiesto primo di molte arme e di qui l'òe avissato che no se ne può mandare per lo divietto è fato misser lo Chonte no vuolle che arme si lassano passare per suo terreno e no vegiamo modo di potelle mandare per altra via chi no tocha del suo terreno. Or no di meno domatina saremo in su questi fatti e nostra possa faremo d'averne grazia e chostando anche alchuna chossa no ghuardaremo a quello pure che possiamo servire e nulla mancherà a fare nostro dovere. E in questo mezo daremo ordine a la chiesta e vegamo che arme arano per ongni parte domanda e se no fosse l'amore che io porto a Francescho certo vorey in questi tempi fare mio prò di chosse mi tocharebono la mano, ma io sempre ò fato e farò mio dovere chome che a chatuno è lecitto lo prochacare in buona maniera. Questo sarà chagione di dare anche più indugia a la mia partenza e per certto io ò voglia di servire se io posso. E mi pare che questa lettera o la chopia di questa mandiate di prexentte a Francescho a cò che sapia quanto à a fare. Dì 23 di aprille 1383. Insino a qui è chopia d'una lettera vi manday a dì 17 di questo con quelle di Michelle di Ridolffi che la vi mandasse e poy vostra letera non avemo e àci pocho a dire. Io ebi poy lettera da Nichollò di Bono per Vinegia e fata dì 9 di questo. E anchora mi iscrive deto Nichollò che pure io vadi a Firenze e iscrive che al deto dì Francescho di Marco partì di Firenze per andare a Pratto e mostra no fosse di buona volglla. E fatti di mona Lissa non è anche [] a chapo e la chagione non so: non arey io fato ne' suoy servigi a questo modo anzy arey l'acatto ongni chossa per servillo e per trallo di mallanconia. Facane ogimai chome vuolle. Per detta lettera mi stringono pure che io ne vadi chome ò detto ma veramente io òe lettera da da Vinegia e anche da Genova che la mortallità è chostà ed è anche chomincatta a Firenze e io no vorey andare a trovare la morte che più grave mi sarà quando mi verà. Dico questo che andando io a Firenze e siandovi mortalità no mi verebe in punto a la mia intenzione: staròmi chossì insino a mezo magio che prima no vegho modo di potere partire. E se la chossa andasse multiplichando siatte certti per facenda che fosse a fare no mi metarey in via e no mi sarey tenuto più savio e sarebe fatosene beffe chome hochorsse un'altra volta quando anday a Vingnione e Dio sa quanto danno me n'è sequito e sviamento Sarà con questa 1 lettera a Nichollò di Bono e 1 a Francescho di Marcho, mandatella il più tosto potete. In questi dì vi mandarò una balla di bordi e alchuni altri fustani. Altro no vegho di bixogno a scrivere. Idio vi ghuardi. Bascano da Pescina di Mellano. Per freta del fante è rimasso che io non òe potuto iscrivere a Franciescho e però mi ischussate, a luy iscriviròlli di prexente. Mando questa letera per fante di prochaco. Domino Francescho di Marcho da Pratto e compagni, in Pissa.