Al nomen di Dio, amen. A dì 17 aprile 1383. A Pisa, a Francescho di Marcho conpagni. A questi dì hoe auto vostra lettera: hovi inteso quel dite sopr'a' fati di Bosignory, il suo conto hoe auto per anchora nula hoe spontato. Per facende d'uno nostro charo amicho ch'è andato di questa vita a nula abiano posuto atendere, vedreno hogni chosa e a loro farò risposta. Questi Buosignory mi pare molto siano chorneati perché questa raxone li levo di mane e secondo 'l vostro scrivere serebe dano e credolo a tolare le proferte de le lane puoy che vi èno dato li fustani. Sy basti: più inanze non andareno intendaròmi cho loro. Per una lettera mi èno mandata per mano di Gixelo molto ci scrivano e se àno fato diritamente no li vò inputare ma da me non aveano di fare tanto termine de le lane. Da voy non ò ancho chome 'l fato sia: se èno fato di fede mi vò contentare d'ogni chosa. Per altri serete avisati chome in tuto avete a vendere che io vi ò mandato balle 8 di fustani per metà di 2 romiti e metà di 2 chandiliery: aviso a l'auta di questa tuto arete auto. Provedete il spacio: per lo chorso ne fate fine e tenete modo queli vi à dati li Buosignory spacarli chon esy bene. Diceano loro di farne tosto usita per certi modi a buona fé sino qui mi èno asay bene servito. Perché no acetarano la lettera di Michele ebillo a male: àno chome raxone dichono da me non aveano lettera di doverlo fare sì che li 'l perdono. Per facende chome di sopra deto non ò ateso a nula. Pertanto non ò fatto fare la prochura di Gulelmo Chasini: neancho per questa la poso mandare perché questo fante parte adeso e domane dè esser a Genoa. 4 dozine di fustani di 2 romiti li manday mostra f. 150 n'aby trato: aviso a me non farà pegio chome altri. A Dio siate. Damiano da Pecina di Melano, salute. Domino Francischo di Marcho da Prato e conpagni, in Pisa. Data.