Al nuome di Dio ame. Fata dì 29 di
giugno 1384.
In questi dì v'abiamo iscrito quanto è istato di bixogno e poy non c'à altro di
nuovo sì che poco c'à a dire.
Chome deto v'abiamo, se non avete dispacato le 4
peze di
panni di
Chomo e le 4
di
Mellano vi restano a
vendere vi pregho ne facate fine chome potete il meglio
e per questa volta saremo chastighati a mandare
panni a
Pissa. E pensomi bene
che
Rolando abi chastighato il suo
maestro per modo che più no tornerà a
Pissa
per
vendere
panni.
Perché da
Francescho di Marco no posso avere risposta di più lettere mandate
a lui vi prometo che se no fosse sì grande chaldo che io me ne verey di trata
chostà per
saldare con voy e con altri di nostri
conti e per dare fine ad
alchune chosse e non so anchora che farò.
Al deto
Francescho nulla iscrivo perché no vegho il bixogno: no mi valle a
scrivere che di nulla òe risposta.
Damiano atendiamo in questi 10 dì da la
Mangna.
Altro non c'à dire se none che i
panni da
Bresca providiate di
spacare. E a
questi dì alchuni brescani sono istati qui e dicono ànno molto bene
spacatto
chostà i suoy
panni. Non so che farete di questi che a me venghono di
chapitale
da
f
. 29 1
/2 e voy dite di darlli a
f
. 25: Dio mi dia grazia di stare un
ano che
io no faca
mercatantia che io ne òe voglia!
Sarà con questa il
leghagio di
panni e potrete vedere quello venghono non però
voglio se ne faca fine. Altro non c'à dire. Idio vi ghuardi.
Bascano da Pescina di
Melano.
Domino
Francescho di Marcho e
chompagni,
in
Pissa.