Al nome di Dio, amenne. Fatta a dì 18 di gienaio 1385. Qui giusi a dì 15 di questo sano, Idio grazia, che bene ti dicho ch'io n'ò auto una mia vernata sanza i danno ne portiamo e poi sono stato a perighollo di morire, di tutto sia lodato Idio di quello ci dà. Da Firenze parti' i fretta sanza potere quasi parlare con Franciescho per lo inpacio aveva di Paghollo d'Andera, però che parti' per andare a Pisa i dì ch'io parti', e non ebi agio di chonperare ronzino e venni isino a Bolognia co uno ronzino pichollo di Nicholò di Piero che quando fui a mezo l'Alpi di Bologna chadi a tera d'una montagna cho llo chavallo adosso: no credetti mai levami vivo! E per no volere Franciescho chonperare uno ronzino fui a perigholo di chò e poi istetti a Bologna 3 dì e làe ne chonperai uno: chosta a danno la benedetta mulla più di f. 100 e più di 150 per quello vegho. Però avesi auto ronzino qui sarei istato più tosto 10 dì e poi da Firenze qui sarei istato più tosto da 12 dì e sarebe istato meglo fornito la bottegha non è ora la chosa è pure chosì e altro no si pò, farò quello potrò. Franciescho mi dise quando parti' di Firenze ti scrivesi che tue trovasi modo di spaciati di chostì per esere a Pisa però volle saldare i chonto techo e simille ritrasi da Palermo. E però vedi modo di levare i chonto di Pisa sì che quando sarò chostì tu e sia presto andare a Pisa e portane tutti i chonti e altro no ti dicho sopra ciò se none ti priegho vi sia uno pocho solecito sì che ne vegnamo a una fine. Mandoti i questa una lettera mi diè Franciescho di Chito. Andai a vedere mona Lionarda tua madre: à grande vogla ne vada, istano tutti bene tua giente. A Iachopo del Nero mando due lettere, l'una gli manda Antonio Saghigni: digli lo priegha gli risponda di quello gli scrive cioè d'uno chavallo vendé i detto Antonio a Giovanni Provomo e digli i suoi fancugli istano bene. Io ò auto a fare ieri od ogi per chonperare di magla però vegho ci è grande dano la data di Firenze però che gl'atri ànno venduti e noi istati a vedere. E ora qui è montata e pocha di bella roba si trova ed èci chara: farò pure d'avene la nostra parte inanzi parta da giocho. Ad Andera mi schusa perch'io no gli iscrivo per ora, digli ch'io fui a Firenze due volte cho Chino e disemi quello ò qui a fare per lui. Questi pochi dì n'aviserò Andera di tutto. Per questa no ti dicho altro per fretta. Di qui mi spacierò tosto per esere chostà se altro non avisi da Bonisegna di nuovo. Idio ti ghuardi senpre. per lo tuo Tieri di Benci saluta di Melano. Istoldo di Lorenzo, in Vingnone. Propio.