Al nome di Dio, amene. Fatta a dì 20 di marzo 1385. In questi dì pasati vi scrissi una lettera per uno amicho di Rossi e prima v'avevo iscritto per lo chamino di Gienova. Da poi non ebi vosta lettera né alto che una n'è ricieuto poi sono qui sì che per questa vi dirò brueve. Chome per alta vi disi, Basciano andòe a Cremona per suoi fatti di che gli dedi i chiesto di fustani per Prrato che dese ordine chon Ghirighoro gli fornise. Di che gl'è tornato ed àe dato ordine di fornigli del modo gli volete e ordinato sieno mandati a' vosti di Pisa e chosìe farà. Ed io ò forniti le 12 pezze di qui e domane gli farò leghare e per lo primo vetturalle ci sarà per Pisa gli manderò a' vosti di Pisa e voi n'aviserò di tutto. Di que sarei partito i questi pochi dì se no fose per fornire prima questi fustani però che per Vignone è pocho a fare e quello pocho avevo od òe a fare are' dato qui ordine di fallo fornire a questi di Basciano. Sollo per due chose sono soprastato qui: l'una per fornire questi fustani, l'ata perch'io atendevo ogni dì lettera da quegli di Vignone credendo faciesono chiesto da chapo per la richesta ve istà della magla. Sì che egl'era i meglo a soprraistare qui uno mese per ch'io è auto di miglore roba e più tosto non arebono. Ora la richiesta chomicierà a chalare qua e chostì ci fornirano meglo non arebono fatto, sì che sanza fallo di qui partirè subito i questi 5 o 6 dì sanza fallo però come vi dicho qui è pocho a fornire. E poi non òe auto lettera più dì fa da quegli di Vingnone però avisono sia ora a chamino per quello è da loro più dì fa. Per alta v'è detto, e chosìe richordo per questa e prregho quanto fare si pò, che voi iscrivate a Bonisegna metti in ordine di saldare i chonti di Vingnone ora che v'è quello terà i libri sì che noi no ne istiamo senpre a questo modo però tutto quello faremo verebe a dire nulla a stare a questo modo e noi saremo asai magiatore. Sì che sanza fallo i questa istate vi si volle dare ordine sì che più no ne istieno chome sono istati tre anni. Ora io no vi dicho alto soprra ciòe se none ne scrivate a Vignone quello fae bisogno sì che le chose veghino ne l'afetto e no più per la lugha. E simile v'ò detto che voi faciate una richordanza e mandatella a Vignone se fato no l'avete cioè di quelle chose volete si facino di vosti fatti propi e lasciate fare a me: sarèvi solecito faremo quello potemo e quello no si potàe fare vi diremo chosìe istà la chosa sì che fatella, no dite poi rimaghi per noi. E noi siamo tanti che della metàe vi doverebe avere asai e poi quando Idio vorà si farà i fatti di Nicholò Pentolini e gl'ati che no si potano fare chosìe tosto. Di fatti di f. 250 no vi dicho nulla però che nulla viene a dire Basciano. Verà sanza fallo a l'aprille a Vignone e sarà con Bonisegna e vedàe se nulla gli potàe mettere ne chapo di questo fatto e voi ne potete avisare a Vignone quello vi pare e alto no vi dicho sopra ciòe. Della chasa mia v'ò detto quello fae bisogno sì che per questa no challe più richordare ma no vorei falase s'achonciase i questa Quaresima però è meglo fare la spesa poi fare si debe, vorei potere fare sanza falla! A questi dì ebi lettera da' vosti di Pisa e disomi di chonti di Basciano no gli posono avere da Napoli. Per Dio solecitategli che trovino modo d'avegli però Basciano se ne crucia, dicie "è due anni e no poso avere questi benedetti chonti". Per questa no vi dicho alto Idio vi ghuardi senpre. Tieri di Benci saluta di Melano. I danari che monterano questi fustani vi manderò a paghare o chostì od io gli manderò a paghare a Gienova a Franciescho di Bonachorso e dirò loro gli ritaghono da voi perché da Gienova a Vignone se ne perde 4 per 100 sì ch'io gli retarò pure da voi però a danari chontanti gli chonpero, sì che siatene avisato. Franciescho di Marcho da Prato, in Firenze. Propio.