Al nome di Dio, amen. Dì 20 dicenbre 1394. Per Giovani di Domenicho vi scrissi quanto fe' di bisongno, aute l'arete, rispondete. E da voi ò poi a dì 17 una vostra de dì 5 e inteso quanto dite rispondo. Ebi in essa una a Francescho di Basciano quale ò letta e visto quanto li scrivete e sta bene e ben tochate tutte parti che s'ànno bisongno: àgliele data e anchora no l'à tutta letta. E infine dicie vuole questi conti s'achoncino e rimanere vostro amicho chom'era il padre e ritenersi dove avete a fare chon voi e fare di merchatantia chome usato, a di che Idio ne li presti la grazia. Tornnò detto Francescho da Vinegia a dì 11 e chome s'abi fatto non so: à chonprati chotoni e altri chose per qui. Detto v'ò in altre chome abian chomincato a rischontrare: non siamo anchora troppo inanzi per questi ànno auto a fare a Pavia e per queste robe venute da Vinegia. Solecitansi quanto si piuò che abino fine e 'nsino a qui non s'è potuto fare più, diròvi chome seguiremo. Vegio fatte le feste mandate Cristofano a Vingnone per questo chamino, sia chon Dio. Informeretelo di tutto a bocha di quelo s'è a fare qui e chredo manderete i chonti di Pisa se nno fatelo come prima si può. Atendo abiate aute le peli per foderi e detto chome ve ne tenete serviti. De' f. 250 ch'è 'l dibatito tra voi e questi vegio bene quanto dite. Quando saremo a cciò vedren che voranno dire, i' so quelo ò a rispondere. In questa ora ò auto lettera da Vingnone e dicomi chome la lana è lavata e 'nsachata e tosto l'atendevano i d'Arly sì che qui dovrà tosto chonparire, Idio la mandi, e tosto quando qui sarà vi dirò sopr'essa. E ò riceuto insino insino dì 18 le 6 balle di soatti chonce in Vingnone. Per anchora no l'ò finite perché siamo sotto le feste ed èci pochi si voglino charichare, vedrò finirle chol più utile si potrà e diròlovi. Centomila salute per parte di tutte queste donne e simile a monna Margherita vostra. Né altro per ora vi dicho. Cristo vi ghuardi per Tommaxo vostro vi si rachomanda. Francescho di Marcho, in Firenze. Propio.