Al nome di Dio, amen. Dì 20 di febraio 1394. È più dì non v'ò scritto per non eserr di bisongno e ora ci è pocho a dire. Dite per 2 utime aute da voi di più roba dè venire e passare per qui e quelo se n'è a fare e apresso quanto è bisongno seguire standoci, tutto sia chol nome di Dio e chon utile e salvamento. Avendo da ffare qui, chome mi pare di vostra intenzione, dite sarà asai e che non pesate possi fare solo: a questo non v'ò voluto rispondere per lettera di chonpangnia ma faròlo ora per questa. E più dite che chredete i' potrò stare pur qui in chasa Francesco. A tuto vi dirò a voi largho perché posiate riferire chon Francesco nostro e fare quelo vi pare che quanto per me sono selato a quanto m'inporete e da questo non mi debo muovere. È buon dì che fu' qui e la chagone fu pe chonti di Vingnone e simile per que' di Pisa perché tutto s'achoncasse d'achordo chon Bassciano. Or vene il chaso di sua morte e non se n'è potuto fare più se ne sia insino a qui. E ora chome sapete i nostri di Vingnone e di Barzalona e simile per Francesco propio ò a fornire fustani e fatto n'ò parte. E faccendo questo n'è intervenuto le parole vi dirò da Francesco di qui a noi ed è però da riputare per lo pocho senno suo o non chonoscere più. A queste sere faccendo io quelo m'è suto chomesso e chon chonsiglio di Francesco di Basciano, e cho lui riferendomi chome ad amicho, e mi chiamò ed ebe a dire queste parole che vedea ch'io forniva fustani e per mettere in Chatelongna e che questo no li pareva e che danno noia a lui. E al fine mi disse, avendo a fare questo, e non è chontento tornni in chasa sua e intorno a cciò chose assai a le quali risposi quanto a me parve di bisongno, i dicho tanto che bastò e tuttavia pianamente e chon modo però è tenpo da fare chosì. Ma tuttavia ci rimane in mano, faccendo questo, non vuole stia dov'elli che i me medesimo n'ò una verghongna in suo servigio, or la chosa è pur chosì. Apresso avevo dato ordine cho lui di fornire 200 in 300 peze di fustani tra per Francesco propio e pe nostri di Vingnone a chonprali greggi e mandare al Prato perché v'è assai vantagio e debeansi sengnare de' 2 candelieri. E poi m'à detto questo no vuole facci e intornno a cciò quelo gli è paruto: i' gli ò ben risposto a tutto. Ed è l'ordine dato e poi no 'l mette in aseguizione e veramente e fa quelo vuole e non quelo deba però tanta pocha discrezione sarebe in voi verso lui chome à verso voi e chome l'usa, ma gl'uomini non sono altrimenti che Dio gli abi fatti e senno è a sapeli chonportare. Ora i' gli ò di poi riparlato sopra questo fatto e deto il mè so e 'ngenatomi di radurlo chome si dè l'amicho e che questo non voghi seguire però non faccendo eli el farà un altro e ghuadangno né amistà né onore non ne tornna a lui e ben tochatoli ongni parte. È ito questa mattina a Pavia e dicie chome sarà tornato mi risponderà se l'ordine dato sopra questi fustani vorrà il facci o nno sì che vedete a quelo siamo. Io per me e per amore de' chonti e che per questo non ne vaglian di pegio, perché abiamo più tosto avere che dare, piegho le schiene perch'è da fare chosì tanto questi conti abino chapo che bene rimane per loro difetto. E a questo m'ingengno d'apezare il mè posso insino che, se piacerà a Dio, veremo a questo fine e se questo non fosse vi prometto farei verso lui altrimenti. E apresso ubidirei quelo dicie del none stare in chasa ma senpre si vuole righuardare il melglio e 'l fine che usciendoli di chasa a questo modo sarebe pocho ch'onore a lui e a noi e anche si potrebe dire fosse per mio difetto. Tutte parti gli ò toche e dicie l'andare e lo stare stia a me e pur per lo meglio ed è chontento alfine rimanghi in chasa e questo mi pare da fare insino ch'i' arò risposta da Boninsengna e anche da voi. E tutto mi pare da sofferire per amore de' chonti e lasciala passare per tale chom'è al presente che per aventura di quanto à detto ne li sa male ma pure a' miei magori ta chose sono da riferire però sete savi e sapete provedere a magore chosa che questa e pertanto dite quanto vi pare e quelo volete facci. E potrà eserr che quando tornerà da Pavia sarà d'altro animo e forse l'ordine dato vorà segui. Se vorà il farò, se non vorà ci chonverà fare il mè si potrà insino abi tratto a fine quelo ci sono venuto a fare, ma io chredo dire tanto che rimarà contento se tornna e voi aviserò di tutto. Per quelo abi a fare farò ben solo insino ch'altro aparà e in ciò metterò quela solicitudine che basterà se piacerà a Dio e aràssene onore. Faccendo fornire di fustani gregi ora di questa settimana fate conto e saranno bianchi in 25 o in 30 dì stando il tenpo belo sì che a l'auta di questa voi rispondete e questi saranno in punto e sì li manderò via. E se roba verà da Vingnone sarà ben passata a tenpo e quelo ò a fornire pe nostri di là tosto sarà in punto. E però, avendo risposta da voi, potete dire quelo ò a fare o se ò a venire in chostà a riferire chon voi o se nno andare a Vingnone o modi ò a tenere. Però, partendomi di qui e andando dove che sia e tornando e tornando qui altrove che 'n chasa questi, non ci sarà verghongna chome se mi partisse ora di qui andare a gasciere in altra parte sì che rispondete bene a ttutto quant'ò a fare. Tuttavia perché chostui è di volte e potrebe no volere i' andassi a stare altrove, anchora avenendo questa parte dite quelo ò a ffare che a noi bisongna prochaccare di stare bene insieme tanto sia conto e anche poi se voranno e sarenno meno ubrighato l'uno a l'altro. I' ne scrivo a Francesco propio per una sarà un questa e, se nno che ssi direbe i' volessi venire per la pechora, i' direi che sarè buono fossi insino chostì. E 'n questo mezo sarà per aventura tornato Guccardo da Vingnone e potrassi atendere a seguire nostri conti sì che intornno a questo dite che vi pare e rispondete. I' chredo ne viene il tenpo que' degli Albizi ànno avere da voi i resto per me ed io non vorei si pagasse più dovessono avere però s'è conto un chonto mi mandò Bardo. Mi domandano danari prestati a mio padre e più non sono e che non è scritto di mano di ser Giovanni: se vi pare indugare tanto vi sia, se si può, l'arò charo però non vore' pagare quelo non debo che non ò bisongno. Né altro per questa vi dicho se non chon Francesco insieme vediate quelo ò a fare. Cristo vi ghuardi per Tomaso vostro di Milano vi si rachomanda. Stoldo di Lorenzo, in Firenze. Propio.