Al nome di Dio, amen. A dì 14 di gungno 1395. A questi dì v'ò scritto quant'è suto di bixongno e poi dì 9 co lettera di Manno e questo dì per coriere n'ò due vostre de dì 4 e dì 11, apresso rispondo. E tratti e pagati mi piace e a cciò nonn è a dire altro. Dite vi pare erri a vostro danno 1/2 per cento de' trattovi però che metto 1/2 per cento a quelli ò pagato per voi ch'è chostuma de' chanbi che chi dè rimettere à i danari netti che v'è mezo per cento. Chome vedete a queli si tolghono a chanbio non se n'à vantagio niuno e per questo modo prendete voi l'erro a' f. 500 mi rimetteste pe nostri di Vingnone che n'erate a loro danno f. 2 1/2 E pure ieri ebi lettera da Boninsengna dove li richorda e secondo uso li debono avere, a voi stia omai. Quanto dite sopra le lane ò 'ntexo, ben vorei l'avessi fatto più dì, or è pur chosì. Vedrò dalle fine per lo mè si potrà e faròvene conto. Questi ce ne mettono faccino che conto si vuole che a questi dì s'è data per lb. 15 s. 4 e 5 cento a danari i' dicho buon San Matteo, che modi si tengono non so. La vernice venduta sete avisato: in questi pochi dì arò i danari. L'amicho la conprò per rivendere non ne piuò avere, a darnne 20 in 50 libbre per volta, lb. 11 1/2 e tuto è per pocho farsi e anche ce ne viene da Vinegia di belissima che s'è data per lo pregio, fa il mè si potè. Faròvene conto per la prima. I' ò aute lettere da Vingnone chome insino a dì 26 de l'altro mi mandò 3 alude di zafferano. Per anchora no m'è arivato: atendolo e, se chon utile si potrà finire, il farò se none il manderò tutto a Vinegia però che chosì ò da Pisa da Stoldo fare e sì seguirò se di nuovo non arò altro e che sse ne seguirà saprete, che Dio salvo il chonducha. Dichono i nostri che 'nsino detto dì mi scrissono con vostre lettere e l'utima vostra è de dì 11 che pure dovrebono eser gunte, dite che nn'è. Nuove di chostà ò 'ntexo: Idio meglori per tutto che tropo durano i ma tenporali. Non vi dicho altro per ora. Chanbi per coxtì e Vinega 5 1/4, Pisa 2 3/4 per cento pegio, Parigi pari in 1/2 meglo, Bruga s. 31 d. 11 franco. Co lettera d'amici. Cristo vi ghuardi. Tomaxo di ser Giovani in Milano. Francescho di Marcho e Andrea di Bonanno, in Gienova.