Al nome di Dio, amen. Dì 4 di settenbre 1395. A dì 28 de l'altro per da Vinegia vi scrissi l'utima, auta arate e ieri n'ebi una vostra de dì 21 e visto quanto dite rispondo brieve. Piacimi abiate aute le lettere vi mandai più dì è sopr'a' fatti di Francescho e quanto rispondete ò inteso. E non sa che si vuole quanto insieme stian tutto dì e chome mai salvo non tornno in chasa cho lui. Or non ve ne vo' dire altro: vo' sapete chi è mè di me e dicha che vuole che quelo faccia Idio a me, ch'i' fo o vogla di fare ad altri e non me ne pegio. Detto v'ò in altra chome ò fatta fornire roba per Chatelongna e piana: atendo alchine chose e poi farò leghare e manderòvene chonto. E sono chose secondo la scritta se ne dovrà fare bene se Dio ne presta salvamento. Maglia no vi mando in là perché no ve n'è richiesta ma solo aghugle e merce chome vedrete. Quando mandare si potrà di qui a Viglana siquramente la metterò a chamino e cho nostra roba e d'altri insieme e non manderemo che prima vedrò chome e che siquro vada. Quando arò bisongno di danari per le chose fornite per voi li trarrò a Vinega o Genova dove più vostro utile farà. Ghuiccardo tornnò e ito a Vingnone più dì è: de' conti di Pisa niente s'è poi fatto né piuò fare se non tornna. De le lane rubate in Aghua Morta da le navi di Saona mi dispiace a altro non se ne piuò, Idio ristori chi danno v'à. Qui stanno lane a l'usato e simile fustani, se di nuovo farano vi dirò. Come vi dicho, per anchora non si manda né fa venire roba da Viglana. Vedremo, passata questa festa fa il Singnore, come la chosa andrà: isperasi pure bene per tutti e sì piaccia a Dio sia, diròvi chome seghurà. Spese di zafferani ò pure detto a Vinegia che sono, da Viglana insino posto a Vinega, lb. 17 s. 14 d. 6 inperiali. Farò sanza più dire per ora. Cristo vi ghuardi per Tomaso di ser Giovani in Milano. Francescho di Marcho e Stoldo di Lorenzo, in Firenze.