Al nome di Dio, amen. Dì 2 d'ottobre 1395. A questi dì v'ò scritto quant'è suto di bisongno e vostre lettere non ò poi e di nuovo non c'è da dire. Come detto v'ò vi mandai più dì è a Pisa a' vostri in un legato 4 paia di speroni bianchi picholi fatti chome ordinò Ghuido di meserr Tommaxo e 2 paia ne sono per lui e le 2 altre per voi. Chostano s. 22 d'inperiali tutti e tanto n'ò posto a vostro chonto. L'altre 4 paia fo fare ad altro modo: faròne le 2 lunghetti un pocho e lavorati per govani che sso li volete per donare, e 2 paia picholi di dietro chol guardo di sopra che non possa straccare i panni, e fatti che saranno ve li manderò. Qui al presente si fa pocho per noi e per altri: e nostri di Vingnone fornischo chome domandano e pocho rexto a fare per loro se di nuovo non domandano. De' loro lane resto anchora a finire 17 saccha: faròlo chome prima potrò e che chonpratore vengna. Faràsene a questa volta pocho utile per quelo posso vedere perché venne troppo chara, Idio in altro dia magor prò. Per lettera di Stoldo ò fornito aghora e merce per Chatelongna chom'àno domandato i nostri e fattore 3 balle: manderòle in questi dì a Viglana cho nostra roba, che Dio ne presti salvamento che prò buono se ne dovrà fare. Comincasi a mandare a Viglana e chrediano siqura andrà chome suole e sì piacca a Dio. Se di nuovo seghuirà altro vi dirò. Credo pure per tutto questo mi mancherà da fare e per aventura potrò venire insino a voi. Atendo da Boninsengna quanto sarà tenpo però che, 'sendo di bisongno eserre qui, no mi partire' per niente. Vedreno prendere tenpo che schonciodanno non metterà se piacerà a Dio. Non andai poi a Chremona perché non s'è potuto lascare qui, né domane o l'altra mattina v'andrò, e seguirò quant'ò da Boninsengna. Farò sanz'altro dire per ora. Cristo senpre vi ghuardi per Tomaso vostro di Milano vi si racomanda. Francescho di Marcho, in Firenze. Propio.