Al nome di Dio, amen. A dì 2 d'ottobre 1395. A questi dì v'ò scritto quant'è suto e più dì è non ò niuna vostra che nn'ò maraviglia, ora per questa non è a dire. Detto in altra quant'è seghuito sopra le merce: ònne fornite e leghate 3 balle che fo conto monteranno circha 150 lire. Queste metterò a chamino chon altra nostra roba in questi dì, che Dio le chonduca. Questi danari trarrò a Gienova o dove mè sarà per voi quando bisongno n'arò che pagati gl'ò, gà è più dì, per voi. Come v'ò detto, di qui a Viglana s'è chomincato a mandare e sperasi che siquro andrà chome suole, che sì piacca a Dio! Per anchora non mi pare Stoldo sia ito a Pisa che di lettere ò mandate là a lui non ò risposta. Saràcci 1 a Francesco e una a Domenico e 1 a Govani di Tuccio, date. Chanbi per Vinega 3 1/4, Pisa 2, Gienova 4 1/4 per cento pegio, Parigi 1 1/2 meglo, Bruga s. 31 d. 8. Né altro vi dicho per questa. Cristo vi ghuardi per Tomaso di ser Govani in Milano. Francescho di Marcho e Stoldo di Lorenzo, in Firenze.