Al nome di Dio, amen. A dì 16 di marzo 1395. A' dì pasati v'ò scritto quant'è suto di bisongno e poi ò 2 vostre l'utima de dì 8 e visto quanto dite rispondo. Piacimi e trattovi in Bartolomeo Gharzoni abiate promessi, poi li arete pagati e aconci come bisongna. In fustani vegio non avete l'animo al presente, si resti. Pe nostri di Firenze niente facemo per la chagone dettovi e fate chonto che tropo è meglio a fare co danari che a tenpo che tropo ci si morde. Le navi sono costì per partire per Chatelongna, e quando e che via, sono avisato e a cciò non è a dire per ora. Roba che abiamo pe nostri di Firenze, coè mercie, abiamo in punto: atendiamo da loro che a fare n'abiamo. I' ò auta lettera da Vingnone da Boninsengna de dì 23 e dicimi in que' 3 in 4 dì vi dovea rimettere 250 fiorini e per tale, chome per altre v'ò detto, di presente li rimettete qui sanza sopratenelli e, se si può, che in chostà non s'abino a chanbiare perché alle volte ci si truova male e chonviensi venire a Manno di Barberi, avisate che fate. Per anchora non si manda roba a Vigliana: isperiamo tosto si dovrà potere mandare siquro, che a Dio piaccia. Roba asai ò da mandare e, inanzi si metta a chamino, ve diren come. Di più chose di costà sono avisato, Idio provegia al bisongno. Qui sta tutte chose a uso. Chanbi 3, per Vinegia 3 3/4, Pisa 2 3/4 pegio. Cristo vi guardi per Tomaso di ser Giovani in Milano. Francescho di Marcho e Andrea di Bonanno, in Gienova.