Al nome di Dio, amen. A dì 12 di
novenbre 1396.
A dì 9 per da
Pixa vi mandai l'utima e chon esse più d'amici,
arete aute. E di poi niuna vostra ò e ora nonn è a dire.
Mandavi in essa il
conto delle
saccha 8 di
cotone che
montano
nette e
ritratto
lb
. 363
s
. 10
d
. 10
inperiali e in questa sarà il
secondo,
aconciatelo a dovere.
Come v'ò detto questi
vendemo e aroto abiamo altretanti
danari
quanto monta e dobiamo avere tanti
fustani
bianchi di 2
chandelieri per
s
. 54 1
/2 la
peza e per lo
pregio gli
rivendiamo a' nostri
di
Vingnone. E fate conto, per insino a 1
/2
dicenbre, si peneranno
avere e auti
rimetteremo e vostri
danari a
Vinegia se nno direte
altro e aviseròvene.
Per l'avenire, mettendoci
cotoni, vedete s'abi migliore
roba se
nne volete riuscire a vostra posta e con prò però che tuttavia non
arò bisongno di
fustani che possa
arogere
danari. Qui sta
cotone
d'
amano
lb
. 14 in 1
/2,
Acri 13 1
/2,
asciane 12 in 1
/2 secondo
bontà e, per la
muta ch'è ora a
Vinegia, niente àn fatto di nuovo qui.
Delle
scharlatte non s'è fatto altro e per solicitare non resta
purché
chonpratore venga le daren via.
A dì 7 ebi una vostra che 'n parte vi risposi a bisongni e ora dirò
sopressa poco.
Vo' dite avete da
1.500 penne di struzolo che lle fate
aconciare,
coè
adopiare, e qui le manderesti volentieri avendoci lo
spaccio.
Come detto vi s'è e ce n'è asai, e pure a questi dì ce n'è venute
da
Pisa di belle, e
lb
. 20 si son
vendute in
baratto. Quando la
chosa non ci à richiesta a voler
vendere si chonviene gittar via:
potete fare chome volete del mandare. Esendo belisime come dite e
chon perfetto
cholore e bene
adopiate
f
. 14 1
/2 in 15 al tenpo di
2 o 3
mesi
ragonate. Ma, come vi dicho, èccene asai e pocho
spaccio ci ànno mandandone farò mio debito.
Fate conto che 500
penne voglono eserr
acholorate così: 170 rosse,
160 bianche, e azure 60, nere 50, verdi 60, esendo magiore
quantità a l'avenante.
Dite se
Guido di meserr Tomaso e
Giovani d'Adoardo
di
Vinegia mi chometesono
[] faccia per loro chome diranno e
che sieno ben serviti e chosì farò venendo il chaxo e diròvelo.
I' v'ò detto per altra sopra i
danari vi
rimettemo in
Anbruogio di Meo
e quanto alora, a la
valuta di
Vinegia,
valeano di là costà e di
qui a
Vinegia, era tutta una chosa secondo lettere aute de dì
** da
Zanobi,
e di qui a
Pisa 3 in 1
/4 o circha e chosì li
ragonavamo di qui a
Pixa (e) costà, come v'è detto. Secondo e
chanbi d'alora ci parve
fare il dovere e non vi maravigliate di questi
chanbi che per
Gienova, a questi pasati, solavamo avere 3 per cento e ora sono
questi 2 per cento meglio.
I' sento
Guiccardo da Pesina dè andare a
Pixa in questi: per
anchora niente n'à detto a me. Se
Francescho li volesse mandare a
dire n
iente là può ma pocho credo gioverà. Ora i'
ò detto
a
Manno quando va ve lo scriva che bene restano questi
conti per
loro pigrizia.
È tornato pù dì è
Giovanni da Pesano ch'andò cho la
roba a
Ginevra e la
balla di
Domenico e le nostre à tutto mandato via che
più dì doverono 'serre a
Vingnone, Idio l'abi condotte a salvamento.
Né altro per questa vi dico. Cristo vi guardi per
Tommaso di ser Giovani in
Milano, dì 13.
Questo mando a
Pixa a' nostri 8
balle di
fustani de' nostri di
Vingnone sia mandate in
Catelongna, Idio le conducha. Se niente
bisongna dire loro, fatelo.
Francescho di Marcho e
Stoldo di Lorenzo,
in
Firenze.