Al nome di Dio, amen. Dì 25 di
novenbre 1396.
È più dì no v'ò scritto per no vedere bisongno e ora dirò poco.
Quanto dite sopra il
choiame è a Viengia ò inteso e come, non
potendo meglio, a
chotoni il farete
barattare, sia con Dio. Se qui
veranno ne farò mio debito.
Simile sopra le pene per altre v'ò detto asai, seguite ora come vi pare.
Chome scritto a
Francescho e
Domenico, con
Boninsengna ò dato
ordine venire costà a 1
/2
gienaio o pochi dì apresso e i' no mi
vore' lasciare qui a dietro a fare cosa che portasse. E vegho
bene, se
cotoni o altro mi sopragungna, chon alchuna chosa mi
resterà da fare per
Vingnone, vegho ci sarò rafermo per un'altra
Singnoria e di tutto sarò contento pure che
utile gitti a la
conpangnia. Ma perché altra volta diè ordine di venire e non pote'
tra pe
cotoni vostri e per altre cose,
Boninsengna me ne riprese:
ebe ragone perché forse si sarebe fatto in quelo tenpo altro che
non si fe'. Ma chome che si sia se potrò, s'intende, e sia piacere
di
Francescho, vi verò che pure da 6
anni e
mesi se ne vuole: vo
sete ben discreto in tutto e così sarete in questo e, non di meno,
per questo non istate fare i fatti vostri. O
cotoni o altro che
venghino vi si darà per me quelo providimento si dè sanz'altro
dire sopracciò. Cristo vi guardi.
Thomaso di ser Giovani in
Milano vi si racomanda.
Stoldo di Lorenzo,
in
Firenze. Propio.