Al nome di Dio, amen. A dì 9 dicenbre 1396. A dì 3 per Vinegia vi mandai l'utima e vostre non ò poi e ora non è a dire. Sopra cotoni v'ò detto asai per altre sì che ora non mi stenderò in altro dire sopr'esso. Come v'ò detto e chosì ò licenzia da Boninsengna di venire costà a 1/2 gienaio: metterò in punto quelo ò a fare qui, che poco o niente resterà a fare, e staròmi costà insino 1/2 marzo o circha e poi ritornerò qui, se piacerà a Dio. E se potessi fare sanza mandarmi cotoni o altro, insino a la tornata, l'are' charo se nno fate come vi pare che mandando vedren darvi conpimento, o per me o per altri, ma vore' 'l fare io se potessi. De la scharlatta non s'è fatto altro. La meza mi resta se potrò darò via in questi dì e de l'altra, se per niun modo se ne potrà uscire, il farò e diròvelo. A Vinegia non ò rimesso danari. Faròlo per quest'altro fante e vi rimetterò il più presto potrò e aviseròvene. E fustani che debo avere per lo chotone venduto di vostro più dì è fate conto ch'anchora non ò 3 balle e tutto n'è chagione questo piovere ch'è 60 dì non ci à fatto altro né parmi per ristare. Ora e son tutti al Prato e, come tenpo stesse 8 dì, gli aren tutti o la magior parte: auti rimetterò a Vinega quelo resta avere da me. In altri ci è che la roba mandamo a Vingnone più dì è, dov'è il fardello di seta, era gunta insino a dì 17 di novenbre a salvamento. E da Boninsengna ò lettera de dì 19 ma è brieve e non ne dice niente: è vero che dice il dì dinanzi avermi scritto per Gienova che auto no l'ò anchora ma, poché v'è gunto quela andò insieme co la nostra ne spero bene. S'altro sentirò vi dirò. La peza di veluto nero n'avete mandato, sia con Dio. Se mandata non fose, che no l'avesi fornita, si resti omai. Farò sanz'altro dire per questa. Cristo vi ghuardi. Per Vinegia 4 1/2 pegio, Gienova 1 3/5 meglio. Tomaso di ser Giovani in Milano. Francescho di Marcho e Stoldo di Lorenzo, in Firenze.