Al nome di Dio, amen. A dì 3 di gienaio 1396. L'utima vi mandai a dì 30 per Giovani coriere e con ese d'amici, arete aute, e vostre non ò poi e ora dirò brieve. Dicomi i nostri di Pixa dovete rimettere per loro dinari: se far si dè sia presto a cciò vi si possa dare conpimento che per loro se n'è a conprare roba e per tutto questo vo' partire di qui, rispondete. Se vedrò da mandarvi sichuro, vi manderò parechie balle di fustani ò in punto pure che vetturali venghino e ch'altri ne mandi, rispondete. Sopra più danari vi s'è detto asai in altra, seguite quanto detto vi s'è. Achade alle volte a fare con genti qui che non àno bene nostre pratiche e di mercantia e di chanbi. E ora Giovani Boromei s'è partito da' frateli e tochali 14.000 fiorini netti e stassi in su questi chanbi e in mercanntie. E però scriveteli voi, Andrea, una lettera che cho mecho piuò fare siquramente che tutto è per Francesco. Scrivete per quelo modo altra volta avete scritto a Boromeo e sia per la prima. Altro per ora non dicho. Chanbi per costà 1 meglio, Vinegia 4 pegio. Cristo vi ghuardi. Tomaso di ser Giovani in Milano. Anchora, parendovi e farveli scrivere a Guido di Domenicho, fatelo. Francescho di Marcho e Andrea di Bonanno, in Gienova.