Al nome di Dio, amen. Dì 9 di gienaio 1396. A questi dì v'ò scritto quant'è suto di bisongno e poi non ò vostre lettere e ora nonn è a dire. Rimettemo a Vinegia a dì 5 di questo per voi a Zanobi di Tadeo lb. 15 s. 4 d. 3 1/2 grossi per lb. 153 s. 3 d. 4 qui a noi medeximi e tanto ne ponete a loro conto e nostro e rispondete. E la resta rimetteremo di presente e aviserònvene. Delle scharlatte ci resta non s'è fatto altro e per noi no resta il finirlle. E panni sono belli e riceven torto e altro non se ne può, dovete credere fo mia possa finilli. La roba mandamo pù dì a Vingnone è passata Brigha a salvamento, grazia a Dio. Questo dì sono stato chon Francescho da Pesina e detto insiene sopra questi benedetti conti. E in brieve Guiccardo non ci è ora ma è disposto a suo dire che s'aconcino, e se debo venire io costà, e che alla tornata vuole s'aconcino al tutto. Per me n'ò detto mio parere, or piaccia a Dio abi efetto e tosto, s'altro seguirà saprete. Ditelo a Francescho questo capitolo. Vegho tutto questo starò qui, e pure non sia alquanti dì de l'altro, anzi parta per venire costà: vedrò fallo più tosto potrò poché dato è l'ordine de l'andare, Saràcci una a Domenico, date. Né altro per questa vi dicho. Cristo vi guardi per Tomaso di ser Giovani in Milano. Francescho di Marcho e Stoldo di Lorenzo, in Firenze.