Al nome di Dio, amen. 1398. Poyché avemo intesso che li mercadanti di Millano e altri merchadanti forastieri ànno infra certo tempo ad avesere partire di Geova, di quela chossa si fosse viro moltto ci me dolle per lo perichollo che vi poterebe venire. Però ci avixo, e fortemente ve precho, che le pelle di Giovanino di Dugnano li quala sono apresso a voy che viazamente li vendatti a di dinari si possitti. E, sy non possittti vendere al quello pretio lo qualle ci va mandatto altre volte, che non ci guardatti al quello pretio di quelle el v'à scripto ma che faciatti di quelle pelle chomo voy volisse che ci fesse di vostre chosse. Avere a tenire quelle pelle apresso di voy, si tenere potitti sechure, e che non siano perichollatte: èci non che è modo nessuno di possere vendere a danari contantti, anche potrai teneri sechuri apresso voy, che faziatti zhò che potitti a madarli chosstì al ditto Giovanino e di quesste bisongnie fatitti di quessta chomo se fosse vostra bixognia. Altro non ci scribbo a pressenti. Dio v'è pihazere. uno charo amico Giovanni di Pessannio. Domino Francescho e Andrea, in Genova.