Al nome di Dio. A dì 22 di settenbre 1403. E fa più dì non vi s'è scritto per non essere achaduto il bisogno e anche il tenporale no ll'à patito. E solo la chagione di questa sie che i' ò bisogno di dodici pelli di chamoscio buone e belle le quali vi priegho mi chonpriate e mandatemele a Gienova ad Ardingho de' Ricci che me le mandi qui. Ma sopra tutto fate che sieno una chosa molto vantaggiata perciò che io le voglio per uno vestire per me. E sse non potessi averle buone e belle lascatele stare: vole sitili e nette e bene adobate. A l'auta di questa ci dite conto de l'utile di saccha dieci di chotone avete venduto a cciò che noi gli possiamo achoncare che abiamo a questi dì a mutare libri. Simile ci dite conto de resto del fardello de' velluti e d'ogn'altra chosa di che c'avessi a dire conto a cciò che noi possiamo aconcare le scritture a dovere. Né altro per ora vegiano avervi a dire, che Dio vi ghuardi sempre per lo vostro Francescho di Marcho da Prato, salute di Vinezia. Francescho di Marcho da Prato, in Firenze. Giovanni da Pesano, in Melano.