Falduccio mi fece da vostra parte amichevole risposta sopra ' fatti del podere, mercoledì; e come avate preso piacere dell'orto mio. Io il chiamo orto, perchè si piccola cosa non si dee dire podere: ma al mio animo, che disidera poco, egli è grande assai. E questa parte del non disiderare mi pare somma ricchezza. Caro arei auto fosse stato vostro acconcio il comperare presso a me; chè non so di cui avesse auto più consolazione: ma di quello piace a voi, rimango molto contento. Veggio che Filippo ve l'arebbe dato per poco più di fiorini quattordici lo staioro. Le sconce spese ch'io ho portate per lo passato, per la famiglia grande ch'i' ho, no m'hanno lasciato raunarne tanti ch'io il togliesse per me. Dicovi per tanto, perché il luogo mi pare buono e dilettevole assai, egli è bene sì buono, che m'arebbe fatto sovvenenza: ma io non sono acconcio, nè con lui nè con persona, stare in debito; però ch'io ho provati come sono fatti i pensieri del rendere: a me paiono troppo solleciti. Ora quello perch'io mi puosi a scrivervi, in verità non fu cagione la sopraddetta; ma quella ch'appresso vi dirò, ora che ho agio. E questo è, che a questi dì, essendo solo a tavola con Guido di messer Tommaso, egli mi disse in effetto queste parole, s'io me ne ricorderò bene: Ser Lapo, tu mi dicesti pochi dì fa, che la cagione del molto murare ch'io sentiva di Francesco di Marco, era uno suo spasso che s'avea preso, il quale l'ha tirato più oltre che non si pensò; e che poi che non ha figliuoli, egli s'ha fatto uno suo figliuolo e una sua mimoria dopo la morte. Io voglio tu gli dica da mia parte, ch'io ho pensato sopra questa materia, e che io vorrei ch'egli acquistasse uno figliuolo spirituale, il quale anzi alla sua morte e' vedesse cominciare a far frutto: come sarebbe, ordinare qualche pietoso luogo, a frati amici di Dio, o altre divote persone; o qualche rilevata cappella, o abituro per l'anima, dove in sua vita e' vedesse principiato l'onor di Dio e la salute dell'anima sua, o per rispetto di divini ufici, o per limosine ordinate. E questo sarebbe quel figliuolo che non morrebbe, e renderebbe il frutto nel tempo suo. Rispuosi a Guido di scrivervelo, non in quello bello latino ch'egli il proferse, ma come Iddio mi concedesse. E a me piacque il suo pensieri, come mi piacciono tutti gli altri suoi: e parvemi accostante alla lettera dell'ombra e della carne, che vi sapete; la quale tanto fu bene inescata, e la quale ancora dissi con Guido. Iddio v'addirizzi, e diavi ogni bene che disiderate. LAPO vostro. xxv d'aprile.