Veggio che ogni salutevole consiglio udite volontieri; e che di natura, che è in voi, agevolmente vi s'imprenta nella mente ogni buono suggello, che vi fa fiorire l'anima: ma i venti dell'occupazioni, ch'avete di propia volontà presi, subito gli fanno cadere in terra, onde non posson far frutto. Questo vi dico per tanto, che udito il piacevole pensieri che Guido vi fe dire, per amorevole lettera di vostro amico, subito foste desto a pigliarne conforto, e a darci, non dico opera, chè troppo era in fretta, ma farci su qualche buono pensieri. Onde per lettera mi mostrò Stoldo, dovavate rispondere a Guido; e Guido con letizia e iocondità aspettandola, per farne risposta, qual Dio gli avesse conceduta, utile e onorevole, rimane voto del suo aspettamento: che di certo vi saprei confortare e pregare che vel sapeste pigliare ad amico, e mettergli la rete innanzi, quando vedete che sì buono pesce vi viene incontro. E' prende tanto piacere di dare agli amici buono consiglio, ch'io avea già pensato menarlo un dì insino alla vostra casa, e are'gli fatti vedere suoi poderi, che fa più anni non gli vide: della cui presenza areste auta somma consolazione. E pur credo farlo, benchè e' sia in lacci e in faccende tante, che miracol fia! ma Iddio m'ha fatto grazia ch'io posso in lui ciò ch'io voglio; ma ben mi guardo di non volere altro che l'onore dell'anima sua. Or non lasciate andare; chè il vero pur vi dirò con fede e con reverenza: che chi si pone a sedere nel mondo, e non va più là, alla fine sua si truova gabbato. Se avete mai auta infermità grave, e voi ricordiate de' pensieri d'allora, direte io dica il vero. Priegovi caramente che simili mie lettere non mostriate altrui ch'a voi. Lapo vostro. XIII di maggio.