Fui molto allegro del ricordo mi fe per vostra parte
Matteo d'Andrea; perchè mi destai in sul fatto in sul quale
era addormentato. E di presente ritrovai chi può molto in
quell'
Uficio, che m'ama come figliuolo, e hammi fatto già
molto onore dove s'è ritrovato. E infine, dopo lungo
ragionamento de' fatti vostri, i quali egli avea bene nel
capo, conchiuse che voi sareste bene trattato, e ch'e fatti
vostri prendea in sè, e per a lui accomandati. Piacquegli
molto che gli mostrai che la
casa, che vi dà il grido,
l'avete certamente fatta per lo
Comune di
Firenze, e pe' suoi
cittadini ch'arrivano a
Prato; così per gli amici, come per
quegli che mai non vedeste, andandogli voi cercando e per gli
aberghi, e per le buche come un pescatore. E dissigli come
non ricogliate
grano
nè
vino per due
mesi in sul vostro; ma' fatti vostri
sono in
iscritture; oggi sì, domane no, ec
..
Dissemi, frall'altre cose, che 'l grido avate grande, e che
voi siete chiamato Francesco ricco; e come voi foste molto
bene trattato e nell'
estimo e nella
'mposta prima. E
maraviglia'mi che sapea così ogni cosa. Anche disse
mangiò, o vero stette, in
casa vostra quando il
Signore di Mantova
v'era; che fu mandato da' nostri
Signori a visitarlo.
Più non dico. Io farò di questi fatti quello mi fia
possibile, non quanto debbo. Recandovi voi alla mente, che
voi dovete esser contento aiutare il vostro
Comune come fanno
gli altri. E credo e tengo certo, che nonne vorreste esser
libero dalle
gravezze, quando bisognasse aitare la patria,
ec
.. Perdonatemi non vengo a
Prato; chè, per faccenda, me ne
vo domattina. Oggi fui qui.
SER
LAPO in
villa,
sabato notte.