Francesco carissimo. Più dì fa ch'io non v'ho scritto, intorniato e inlacciato da mille lavoratori, c'hanno pieni i sacchi d'avvisi e di malizie perchè i lor fatti non si possino vedere; ripieno di mille sollicitudini per aver ferri da lor terreni, per recare onore e per ispacciarmi: e ancor perche noi siamo iti di poggio in poggio, per vie maladette, peggio che gli scogli di Riviera, sanza trovar mai strada, per far più tosto. Ora, lodato Dio, siamo giunti in Mugello, luogo piacevole e di riposo, che mi pare esser a Firenze; ove speriamo darci qualche diporto: e penso, Domino concedente, esser costà a mezzo il mese. Sietemi stato nell'animo più volte, e massimamente al santo sito e mirabile sasso della Alverna; che non so sì crudele vivente, che non si aumiliasse vedendo tal luogo presso al cielo, per certo da Dio ordinato perchè 'l serbava al suo amico Francesco. Credo m'areste scritto qualche volta, ma non sapete dove mi sia. Di Guido ho saputo. Dio gli conceda far l'onor del cielo, e il bene dell'anima sua; chè ogni fatica per altro è indarno: e voi, grazia di Dio, ve ne siete avveduto in parte. El vostro morello mi porta soavemente; e di lui ho più pensiero che di me; chè di me son tanti che l'hanno, ch'a me non bisogna. Diconmi questi famigli, che par loro che alla stalla e' si faccia male egli stesso: e però non si fa quartato com'egli dovrebbe. A casa, in villa, mandrete un verso com'io sto bene. Di lor non ho pensieri, essendo voi a Firenze o a Prato. E fate lor dire, che m'è detto ch'io son sì ingrassato ch'io n'ho vergogna, e non so perchè: ma l'arie e il camminare a picciole giornate mi fanno bene. Degli aberghi non vi dico; chè non vi sto sì male, ch'io no ne stia meglio ch'a casa. Nostro Signore ci conceda tanto vivere e usare insieme che, operando bene, ritorniamo alla patria, per la qual vedere qui siamo pellegrini. E questa è sofficientissima cagione a farvi costante e forte per modo, che di cosa che v'avvenga non vi turbiate mai, nè vi partiate mai dalla memoria dello brieve spazio ch'abbiamo. LAPO vostro. IIII di maggio, in Dicomano.