Penso non m'abbiate scritto a questi dì perchè dovete essere in faccende; nè io ho scritto a voi, perchè sono pieno di malinconie, per la novità fatta al mio e vostro ser Paolo spidalingo; che, come penso sapete, fu fedito a morte da uno maladetto prete isviato, sanza niuna colpa o cagione; che forse non si udì mai sì dolente caso. Or è pur così: egli è in molto pericolo. Bisognarebbe mi mandaste uno fiaschetto per lui, di quello aceto di corso o greco che sia; chè di molti aceti che si sono assaggiati, niuno è stato tenuto buono quanto 'l vostro, per certa cagione che s'adopera a lui, e, frall'altre, che ne bee coll'acqua a pasto. Abbiatene un poco di sollicitudine, e non mi fate altra risposta, chè veggio dovete esser impacciato: basti pure che 'l fatto venga. Pregate, e fate pregare Iddio per questo buono uomo, e per questi poveri. Arete auto da Niccolò di Piero le lettere di Guido ch'io vi mandai. - SER LAPO vostro. XIIII di maggio.