Ho inteso quanto dite di molte cose; e increscemi che troppa noia vi date per rispondere a mie lettere: che volentieri farei sanza scrivere per non torvi tanto tempo, quanto vi fo spesse fiate. Or è pur così. La carta della terra è fatta in voi per mia mano, cioè la metà per non diviso: ella si può dividere bene, chè pare siano quattro pezzi. Ma se voleste renderla all' altra parte, alle pazzie c'ha fatte, egli e alcuno cittadino, penso ne guadagnereste uno ronzino; o egli vi renderà la sua. Bisognanmi i confini del tutto. In questo mezzo, o voi o noi, la faremo misurare; che avete comperata la metade per st. 9 ½: se fosse meno, di presente vi fo rendere il meno; se fosse più, avete a pagar lo Spidale. Se usate farvi compiere cioè grossare l'altre compere, di presente vi farò questa: se non l'usate, non ne curate, chè questa acconcerò bene a' miei libri. Ma avvisaretemi de' confini a punto. Guido ci s'attende domane per pacificare la città; che ce n'ha gran bisogno, per cose apparite, che arete sentite. Iddio ci aiuti: benchè de' fatti suoi poco ci ricordiamo, come dite che fo io; e dite il vero. Ma quegli quaranta uomini ch'ebbi, fu mercoledì, il dì dopo gl'Innocenti: sì che non mi giugneste per uomo morto, come pensaste; pur che la saetta con che fedite me, non si volga a voi, di ciòe. Della via degli alberi attenderò quello farete costa; e come vorrete, così seguirò. Vedrete la terra ch'è comperata, che se vi fosse niuna biscocchetta, ch'io la scriva; però ch'io non ho della gote come i notai da Prato: benchè già avesse a guidare pecore, forse che anche oggi il saprei fare, sanza ingannar persona: che se fatto l'ho mai, ed e' mi fosse mostro, volentieri renderei per l'uno due. El vostro libro si fa; ma non stimai mai tanto dolore, quanto è fare scrivere libri. Ho provato quel che è, alle vostre spese. Sarò più cauto un'altra volta. Ma buono uomo è; e altre sue faccende non lo lasciano star fermo, e pur un danaio non ha auto ancora. Salutatemi monna Margherita: e raccomandovela, perche 'l vale; e anche perchè Iddio ve l'ha data per compagna. In verità io ho molto per bene, quando io sono amaro verso la mia, e uno amico mi prieghi per lei. Pur è costì in molti affanni d'animo, ne' quali le donne non sogliono essere; e voi siete pur tempestoso. E s'io errassi, aggiate perdono. Sapete bene che l'amico ha licenza dall'amico di dire ogni cosa: altrementi, se e' temesse, sarebbe amico pauroso, e non perfetto. Cristo vi guardi, e vi dirizzi. Di lui vi ricordate, non quando v'avesse in prigione o co' piè ne' ceppi, cioè al capezzale, ma ora che siete sano e libero; e de' servigi fatti in libertà rende l'uno cento. Iddio ne conforti voi e me, ec.. Lapus vester. VIIII ianuarii.