Ho inteso quanto dite di quella terra d'oltramare, la quale ho paura non vada come Soddoma o Gamorra per le sue iniquitadi e per gli amori e affetti propii, che tanto stringono. E le doglienze che fate della 'mposta v'hanno data, ho vedute: e se non saprete vincere voi medesimo, e star contento a questa ruota che mena gente or su or giù, e alla volontà di Dio, dirò che anche voi siate di quegli disperati. Vengasi a' rimedii, se ce n'ha; chè sono iscarsi. Ma quello mi parrebbe è questo, che subito si mandasse uno fante propio a Tommaso Rucellai che è a Montespertoli podestà, e da lui avessimo una lettera a messer Francesco Rucellai, sopra ' fatti vostri. Il quale sento, in segreto in Palagio, che fia uno degli isgravatori nel vostro Gonfalone; e farassi forse oggi la elezione. Gli altri tre, ch'io sento che saranno in detto Gonfalone, non fiano sì dalla mano vostra: chè fia l'uno Lorenzo d'Uberto Strozzi, il quale è amico di Guido; il terzo si dice fia il fratello di Biliotto, con cui io sono molto dimestico; benchè Lorenzo sia mio amico anche. Or v'ho detto il tutto: a voi sta quello vi pare da fare. Io ho tra tre a quattro fiorini in su quaranta staiora di terra, con undici fanciulli, tra Lionardo e me. E per voi farò quanto per me, o più: ch'io non credo sia uomo al mondo che peggio si sappia dolere di me. E morendo io, andrebbono questi fanciulli per lo pane; se non fosse Guido, o voi, o altri amici. Ma Iddio prima; che nel Vangelo dice c'ha cura d'una passera, non che del pascere gli uomini. La gabella della terra s'ha a pagare innanzi a' XX dì di questo mese, a pena del quarto. Sarò costà prima. Di Francesco Federighi v'ho inteso: a me piace quel ch'a voi; che, per Iddio, mai non me ne parlò, se none una sola volta: ma vennemi allora a bocca, perchè uno tale padrone vi trarrebbe di molti lacci; che quanti n'ha di qua, voi il vedete; che sono più i lacciuoli che gli uccelli. Pensava foste daccordo col Bizzarro, che n'era molto allegro: non si può più. Guido sarà di qui a due o tre dì isviluppato in parte, e potrello meglio avere. Confortate monna Margherita per mia parte: ella cognosce assai, e certamente; e devi confortare spesso col vero, in simili traverse che dà il mondo. Benchè mi dice non areste bisogno di lei in quella parte, che nè io della mia. Or ci conviene star contenti, e far bene in quello stato e vocazione che Dio ci ha posti. LAPO vostro, lunedì XXXI gennaio.