Francesco carissimo. A bocca chiariremo, alla vostra tornata in
qua, chi fu più da riprendere, o voi dello 'ndugio, o noi del partire sanza
astettarvi. E direi la villania esser dalla nostra parte; se non che voi me
ne pigliereste troppo campo addosso. Starenne alla equità del nostro
Guido; il quale con grande amore e carità, la quale in questo paese poco
abita, v'astetta da
domenica in là. E stasera strettamente l'ho
confortato, che esso vi si dia uno dì o due tutto, ponendo in parte tutte
l'altre sue e d'altrui occupazioni. Quanto lietamente e amorevolmente
esso mi rispuose, Iddio vel dica; e ancor voi penso il proverete. Io v'ho
parecchie volte notato e osservato ne' vostri
processi: questa amistà e
questa impresa d'amar
Guido, e ritenervelo, io ve l'ho scritto e
suggellato per uno de' così savi
capitoli come abbiate nel vostro
libro.
Per Dio, questo
capitolo usatelo e praticatelo; e seminarete e coglierete:
cogli altri non si fa così. A Dio v'accomando.
LAPUS MAZZEI vester. XIII di
giugno.
Penso ci vegnate
domenica; e se fia in
villa, andrete a lui. E dicemi che
tutto il
lunidì si rimarrà colassù
con voi; perchè è dì da lavorare: e tutto 'l giorno vi si potrà dare
solo.
Ser
Paolo penso sarà
martedì a
Mezzana, e andremo la mattina o
l'altra a vedere il
Palco; e l'amico ci verrà dirieto.