Io udi' la 'mbasciata di Stoldo; e caro mi fu sentirvi aver nell'animo il mio fanciullo, anzi vostro per amore: e non so s'io me ne inganno, ma io stimo sia accetto a Dio aiutarmi allevargli, pur del sudore loro, dico. Ma assai s'allievano mostrando loro la via dell'ozio quanto è vile, e la via della fatica e della virtù quanto è da commendare. Egli vi scrive una lettera, ed è la prima mai fe, per darvi piacere. E in buona fe, e' viene volentieri a voi e a monna Margherita; come quegli che è il più presto a ubbidire catuno, che fanciullo ch'io abbia. Or potrete poi dire, se vi riuscirà tristo: Or come sono fatti gli altri, se questo parea a quello sciocco padre il migliore? Ora ella va pur così. Resta, Francesco, che 'l fanciullo è vostro: ma se ora si leva dall'abbaco, non ci va mese che tutto arà dimenticato; perchè è in quella materia, che se non vi si assoda su, perde tutto. E perch'io non veggio che per pochi dì che l'uscio stia serrato farvi danno; però, se vi piace, indugeremo che ci siate, e allora ne parleremo insieme: chè almeno dopo nona gli verrebbe andare all'abbaco, e scrivere un poco. E son certo che, pensando farmi bene, areste per male glien'avvenisse meno che bene, cioè che e' fosse ignorante. Più non ne dico. La vitella vostra fu ottima, e io ne senti' e mangiai la parte mi fu data collo Spidalingo nuovo, per dargli un poco di consolazione di molti affanni d'animo e di corpo in che spesso si ritruova al governo di tanta nave. Monna Margherita io saluto, e ditele di lei penso spesso; e grande disiderio arei, e forse arò, di vedella in grazia di Dio, come donna c'ha molto provato; e credo ha veduto che ogni cosa ci è vana, eccetti soli i servigi di Dio: chè altra consolazione non ci è. Priegola ringrazi Iddio spesso, nelle sue segrete orazioni, de' beneficii ha auti da lui, e massimamente del conoscimento ha più che molte altre; e quanto l'ha indugiata, per potere amendare gli errori e le sue impazienzie. E ricordisi del fine, cioè della morte; che non ci è a pena orazione che tal pensiero avanzi. Io l'arei risposto, ingegnandomi farla forte dov'ella è più debole; della pazienza, dico: e are' le dette le risposte del nostro Guido: ma io l'attendo qua, e però mi sono istolto dello scrivelle. LAPO MAZZEI vostro. IIII di febbraio.