Vostra lettera de' VI d'
ogosto ricevetti a dì XV di detto
mese,
risposta a una mia v'avea mandata della morte d'
Amerigo e di
Martino
miei
figliuoli, e dell'
Antonia ch'è rimasa inferma di grave e lunga
infermità, e d'altro. Da poi non c'è altro a dire: se none de' fatti di
Bartolommeo Cambioni, di cui m'è molto incresciuto. E più ve ne
'ncrescerà, vedendo uno suo ricordo che fa di tutto lo stato suo, e del
dare e dell'avere; e con quanta buona mimoria di Dio e' dice ogni cosa.
Al
testamento
non cal dire altro, se non che voi e
Paolo di Lioncino, e due
de'
Cambioni, avete a fare i fatti di que' fanciulli; i quali fatti per ora si
staranno, tanto che si veggia chi ci rimarrà. L'uno fanciullo avete voi;
l'altro abbiamo accomandato a monna
Bice, per ora: e la
casa è serrata,
e lo
Spidalingo ha le
chiavi; perchè, morendo i
figliuoli, lo
Spidale è
reda. El suo
valsente mi pare intorno a
fiorini 3000: le
ricolte sue
faranno per ora que' da
Prato. Altro sopra ciò non avete a pensare nè a
fare per ora: arete, son certo, guardia del fanciullo come di vostro. Iddio
ci aiuti.
Qua ristà di dì in dì la mortalità per modo che, seguendo così XV dì, voi
e gli altri potrebbono tornare.
Arezzo va la cosa male. E penso
Nofri e i
nipoti ci saranno a
calendi, per lettere ho da loro. Allora farò loro vostra
ambasciata e vostre saluti. Di
messer
Torello e dell'altre cose dite, ho
inteso: Iddio l'aiuti; ch'è bene cieco e matto chi non s'avvede. Vedete
ove colui si conduce, e dove potrebbe morire! Priegovi, se avete modo,
gli scriviate ch'io spero qua sarà buono essere: e ancora io gliel
manderò a dire. Cristo vi guardi. Priegovi che non partendovi dalla
mimoria di Dio, e dì e notte e in
casa e fuori, che v'ingegnate di vivere
sanza malinconia. Io v'ho detto altra volta in ciò mio pensieri, e quel che
fo io, muoia chi vuole, poi che riparar non posso. E promettovi che le
malinconie n'atterrano qui molti. Non dico facciate come il vicino mio
che, sanza avere mai niuno buono pensieri, pensa che vivere sia
empiere e votare e scoppiare, e di ciò sempre ragionare: chè so ne siete
nemico, e fate bene a dispiacervi quello che piace agli animali.
Ricordatemi a monna
Margherita.
SER
LAPO. XVI
agosto.
De! fate dar bene questa lettera.
Poi ch'ebbi scritto, vidi uno de'
nipoti di
Nofri d'Andrea, che
tornava d'
Arezzo. Penso che torneranno tutti.
Arezzo cresce il male; qui
iscema.