Manda'vene una, che mi mandasse ad Antonio da Camerino, già sono dieci dì: non pare l'abbiate auta. Alla vostra grande ultima rispuosi: puosila in mano di Stoldo. Non ci resta altro a dire. E' furiosi da Prato sono sì allenati, che la Mercatanzia, dove voleano correre la cavallina, gli ha stracchi: e per ancora non hanno sindicato. Se l'aranno, fia di nostra concordia: e tutto fia per lo meglio. E' sono pure tornati al dovere: lodato Iddio! Con questa fia una andrà ' Antonio da Camerino: pregovi la diate in persona, se non v'è fatica. La lettera è brieve, e di credenza a voi. Solo gli dite lo stato di questo artefice Lionardo, che gli volea tanto bene; e pregatelo che per mantenere suo onore e sua fama in Firenze, e' gli piaccia accordallo, o tutto o parte. - III di marzo. Volgete. Monna Lapa pagherà grande gabella, e non v'è rimedio; solo perchè il notaio che fe la carta non cognobbe tanto, che v'era modo a far sanza gabella. Qui non ha rimedio: chè di lei farei come di monna Margherita. Pensate che dee fare il Comune, se voi faceste a me una carta di vendita, che paga; e voi potevate fare per una via, che non era contratto che pagasse; e la vendita fosse ita alla gabella! Sono delle cose ch'avvengono al mondo: abbiate pazienza. E se 'l mondo mena costà la ruota ancora, abbiate pazienza: chè se amarete Iddio, arete più il cuore a lui, ch'al rovinante mondo. Leonardo ha avere fiorini LXVIII. «Al nome di Dio. A dì 28 di febbraio 1400. Per lo passato vi s'è scritto a bastanza: dipoi non ci ha vostra; sicchè per questa farò di poco dire, perchè nonn'ho tempo, e nonn'è di bisogno. Solo vi fo questa per avvisarvi, che questo dì sendo uscito fuori, che sono stato rinchiuso tutta questa settimana, ci ho veduto Antonio da Camerino: di che ve n'avviso. E non so quanto ci starà; ma domane me ne darò a sentire quanto ci è per istare, e dirovvelo per altra. E voi se vedete abbia a fare nulla, di presente me n'avvisate, e farollo volentieri quanto mi sarà possibile: sicchè avvisatemi di tutto quello bisogna: e simile m'avvisate d'ogni altra cosa vi pare bisogno. «Per questa nonn'ho tempo più dirvi. Cristo vi guardi. - Per FRANCESCO da Prato, in Bologna. «Quelle donne di Niccolò da Prato mi scrivono, che gli esce loro una gabella addosso, che conviene loro pagare da fiorini 28: e di questo è fatto loro torto; e per tale, vi priego per l'amor di Dio che voi ci provveggiate, se voi ci dovessi aoperare ogni amico, che torto no sia loro fatto: e io, come arò più tempo, ve ne scriverò compiutamente. Ditemi quello hoe a seguire sopra ' fatti d'Antonio da Camerino».