Ieri ebbi da Neri da Carmignano parecchie be' fichi, mi suole mandar l'anno. Se non n'avete, benchè fiano pochi, partirò con voi per metade. E con essi mi scrive, e infrall'altre mi dice di quella materia di quella fanciulla, ch'altra volta vi dissi, e manda'vi la lettera di Neri, ove ricordava il suo cognato, parente del padre di quel dalle pecore. Stamane non la ritruovo in luogo la gittai per mandarvela; e io non serbo lettere, come sapete: vovelo aver detto. E sì v'ho a dire, che Iacopo Ardinghelli, non ier l'altro, in Mercato Nuovo mi trovò, e narrommi un'altra cosa: dirovvene quando arete agio. Ben dissi con lui, che l'amico avea poco tempo, e che 'l padre non avea così ora l'animo a ciò, per certa cagione; la qual credo che sia, dissi io, che se potrà, e' vuole abitare altrove, dove arà più posa d'anima e di mente, che qui no gli par trovare. Penso questo agio ch'arete, fia quando verrò a saggiare quel vino del fiaschetto. A voi dirò quello mi va stamane per l'animo, a quello studietto vi sapete; cioè, che io pagando il debito, vi debbo ricordare come s'io fosse figliuolo o consorto, che la stagione dà, che voi n'abbiate pensiero. E niuna cosa ci è più bella, che fare al tempo, quello che l'uomo dee; e d'ogni cosa servare equitade, cioè giustizia. Voi l'avete osservata a di quelle a cui non eravate tenuto: sì che a questo dovete esser pronto. Or voi potreste dire, che quel delle pecore fosse Il dopo nona, che volea insegnare al padre far figliuoli. E io vi dico, no. Ma ben dico, che chi vede ogni dì e ogn'ora uno erbo crescente, e non s'avvede mai che cresca e ingrossi, eziandio non gli pare essendo molto inalzato: e chi giugne di nuovo, si maraviglia della montanza ha fatto Iddio in quell'erbo, mettendo in mezzo pochi dì. Così dico dell'amico, che passa più che non credete. E i rischi sono grandi. Voi non siete più savio, che tal cittadino potrei io dirvi; nè più forte, che tal signore potrei contare: e hanno sentiti amare piaghe. E' si dice, ch'ella è rocca che non si può guardare. Sanza che potreste morire, e ella non bene arrivare. A me so che sempre perdonate. L'altro giorno ne praticai con Lionardo, che v'ama e onora; e non potreste avere più fedele álbitro nè fattore a incompromesso in qualunche iscoglio o piano il mettessi. Esso disse a me, andrebbe per l'animo un pari di Tommaso da Vico, con cui Lionardo praticò a Vignone, e cetera. E qui dicemo molto. Guardivi Iddio, e aiutivi fare e pensare la sua volontade. A' 30 di ottobre niuno de' vostri era ancor giunto a Barzalona: il qual dì si partì di là uno vicino di qui, che me ne reca novelle. - LAPO vostro.