Insino in dì primo vi scrissi quello era uscito dell'accozzamento con Pippo. La lettera diedi a Luca. Aretela auta. Dipoi non ci ha nulla. Attendo di questa edima sua finale risposta, e sapretela; e non sarete legato, ben dovete pensare, se non in quanto vi piaccia. E arete quel tempo vorrete. Il fatto è, che 'l fitto venga a voi tutto, e che e' non dica: Il segato è mio. A questo non consentirò mai, se no me lo direte aperto: e se non vi viene staia 28 per 100, niente ne farò, se non direte altro. Voi mandate carne alla comare, ed ella non sa rimandalla, e mandala a me. Della vitella mandaste, in tutto l'anno n'arebbe auto assai, s'ella fosse durata. Fate un colpo a modo altrui. A lei basta uno fiasco di metadella la domenica, per tutta la semmana, per fare la mattina a quella sua debolezza mezzo bicchieri di suppa. Dolgomi di Checco, che è pur saccente; che mi scrive lettera a dì 3, e dice, in quest'ora ci è novella che la fanciulla sta male; e che ha auta la ronzina, per mandarmi ch'io vada a vedella. E non mi manda la ronzina; e non dice perchè e' no la manda; e non mi dice in che ora del dì ebbe che la stava male: perchè a terza avea auto ch' ell'era migliorata. De! mandatevi Luca di ser Piero una volta a sapere dalla Tessa s' ella vuole io vi vada. Ben ch' ell' abbia due anni, pur v'è la madre, e la balia sua che fu. L'amico, c'ha pena, conviene la faccia sentire a chi egli ama: sì che abbiate pazienza, s'io vi tolgo Luca due ore. Abbiate pazienza. - SER LAPO. IIII di luglio.