due cose mi diceste a cammino: e di Stagnana, e dirimpetto a me, non rispondo; se none che vi mostro per questa, che i vostri detti non dimentico. Sono cose da praticalle di bocca e di presenza. Questo solo dirò: Beato chi sa temperarle, le volontadi, e tenelle in buono freno. Niuna cosa m'ha fatta sì durare con voi, quanto non richiedermi voi mai di cosa men che onesta. Aggiugnendo voi sempre; che quando voi v'incapaste, ch'io nol debba fare, ma dirvelo; e che di fatto ve ne leverete. Io vi dico, Francesco, che morto Guido, che così facea meco certamente e magnamente, io diliberai non tenere amistà con niuno altro di qua; e hollo fatto, per dottanza di non romper l'amistà quando e' non consentisse alle villane richeste usano gli uomini, non dico accostati al mondo, ma fatti un'anima sola. Io favello ora meco medesimo, e chiamo voi a questo mio segreto. Innanzi mi venga morte che, per avere buona derrata, io comperi per me o per altre, pigliandone nimistade e mancamento d'onore. Ben veggio che l'animo vostro è tanto occupato, che e' non può ogni volta considerare il vero. Io vi prego che queste vostre terribili muraglie, che solo ispavento in pensalle, voi le pigliate con sì fatto temperamento, che voi non vi vegnate meno sotto esse. E che voi non v'allegacciate sì l'anima; che se nell'altra vita foste domandato, Che si fa nel mondo onde tu vieni? voi non abbiate a dire, con vostro danno e vergogna: Io m'avviluppai sì a murare, ch'a pena pote' vedere la vita, nè cosa ch'io avesse a fare. E no c'è che potremo poi rimediare! Salamone e David santo murarono assai; ma il lor cuore non levavano da Dio, e stavano alle mura loro in pace, quasi come se e' non vi fossono; considerando ch'aveano a cadere, ed eglino l'aveano pochissimo a godere. Guardivi Dio. E quando v'accade, non vi scordino le limosine di vostra mano, come fe san Lorenzo. - SER LAPO vostro, in die s. Laurentii.