Padre. Io vo alla Porretta dell'edima presente, e domane vo a Carmignano per compagnia, e per Lionardo venga meco: e più non posso con questa infermità che mi tiene la notte. Sarocci lunidì mattina, e penso andrò giovidì o mercoledì al bagno. Io veggio ch'io logoro la mia famiglia a così stare; e certo tenete sarìa lor meglio io venisse meno, se in questo logoramento io dovesse stare, sanza poter far nulla, o molto poco. Avvisatevi se da me volete nulla. Con voi sarò là come qui. Vorrei fosse possibile andassimo insieme; ma è meglio contentarsi con Dio di ciò che vuole, che con noi. La vostra lettera intesi, de' fatti di Piero. Dell'olio vi dico così. Molto arei caro d'essere quello che voi vorreste ch'io fosse: e così arei diletto voi foste quello ch'io volesse. Che se a mio modo foste fatto, direste: Ser Lapo, io ho dell'olio buono, e forse tu non hai del dolce. E direste vero. Dell'altro ho tre orcia. E direste: Egli è in tal luogo: ho ordinato te ne sia dato; o vuoi mandare per uno quartuccio, o vuoi per uno orcio o più. E io di quello e dell'altre cose farei e fo come di mie. Pregovi, per la carità di Cristo, per altro modo non usiate meco, a volermi fare lieto di voi: sicchè a me non paia esser operaiuolo a prezzo, ma servidore d'amore. E basta all'amore avere dall'amico delle cose al bisogno; altrimenti, no. Guardivi Dio, e diami grazia servire insino al fine bene, come bene merita l'animo vostro verso me, e l'opere vostre altressì. - SER LAPO vostro.